venerdì 31 ottobre 2008

I facinorosi

by Molly Bezz

La lettera degli studenti milanesi al presidente della Repubblica

MILANO - "Abbiamo deciso di scriverle mossi dalla sua richiesta di 'superare il clima di pura contrapposizione e aprirsi all'ascolto delle rispettive ragioni', consapevoli del fatto che il dibattito in corso sul futuro dell'università e della ricerca in Italia sia cruciale per il nostro futuro di cittadini". Comincia così la lettera che gli studenti dell'università Bocconi hanno consegnato stamani al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al suo arrivo presso la nuova sede dell'ateneo milanese per l'inaugurazione dell'anno accademico. "E' nostra ferma convinzione che il sistema universitario italiano sia in profonda crisi e che questo stato di difficoltà sia strettamente connesso al destino dell'intero paese. È necessario intervenire con una profonda riforma delle regole che sono alla base del funzionamento degli atenei e del complesso degli strumenti che garantiscono il diritto allo studio, ma siamo contrari a intraprendere in percorso del genere cominciando dalla dieta forzata a cui la legge 133 ha sottoposto le università italiane e la ricerca.

Alla base del funzionamento del sistema universitario vi è la questione del finanziamento degli atenei. L'attuale metodo di ripartizione delle risorse è motivo di grande insoddisfazione: in generale, guardiamo con sfavore il perpetuarsi del sistema di finanziamento basato essenzialmente sulla spesa storica e sul numero degli studenti iscritti, e auspichiamo che tali risorse siano maggiormente vincolate a criteri che tengano conto dei risultati raggiunti, magari attraverso un'agenzia indipendente di valutazione che premi il merito e la qualità. Peraltro, la prevista riduzione del fondo di finanziamento ordinario colpisce indiscriminatamente centri di eccellenza, efficienti nella gestione e produttivi nella ricerca e nella didattica, così come università che offrono una formazione di livello decisamente inferiore.

Altrettanto preoccupante è la situazione presente e futura dei nostri centri di ricerca. Nella società della conoscenza un paese che non investa in ricerca e sviluppo è condannato a un lento declino economico e alla marginalizzazione sul piano internazionale.

Data l'asprezza del confronto politico odierno, ci appelliamo a lei, nella sua veste di garante della Costituzione e rappresentante dell' unità nazionale, e nel rispetto assoluto della sue prerogative, affinchè inviti le forze politiche presenti nel parlamento ad affrontare in modo organico la questione universitaria e ad aprire un dibattito che porti ad una riforma profonda del sistema vigente, migliorando l'organizzazione e l'efficacia degli istituti di ricerca e promuovendo la piena realizzazione del diritto allo studio".
(31 ottobre 2008)

da http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-5/lettera-studenti/lettera-studenti.html

giovedì 30 ottobre 2008

Fascisti in azione a piazza Navona


Caschi, passamontagna e bastoni. E quando passa Cossiga
un anziano docente urla: "Contento ora?"

Un camion carico di spranghe e in piazza Navona è stato il caos

La rabbia di una prof: quelli picchiavano e gli agenti zitti

di CURZIO MALTESE

AVEVA l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi.

Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.

Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata". Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. "Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse.

Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".

Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra". Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto".

Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì".

È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati".

Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.

Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.

A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".
(30 ottobre 2008)

La via americana alla democrazia partecipata: Twitter Vote Report


Il 4 novembre 2008 milioni di americani andranno in oltre 200.000 località distinte a votare e utilizzeranno diversi sistemi di voto. Alcuni elettori avranno esperienze terribili, e altri avranno gli stessi problemi di cui abbiamo sentito parlare per anni - code lunghissime, macchine per il voto che si rompono, liste di votanti inesatte, e altri incontreranno problemi di cui non abbiamo sentito parlare prima. Utilizzando Twitter.com o iPhone o direttamente mandando un SMS o le nostre linee telefoniche di assistenza, gli elettori avranno un nuovo modo per condividere queste esperienze e fare in modo che i mezzi di comunicazione e i gruppi di controllo vengano a conoscenza di eventuali problemi.

Come i notiziari e i blogs racconteranno il giorno delle elezioni, noi stiamo costruendo un aiuto prezioso per migliaia di elettori per dare loro sostegno immediato. Partendo da domande come "dove posso votare" o "come posso assicurarmi che i miei diritti vengano rispettati", "Twitter Voter Report" dà un aiuto ulteriore fornendo un nuovo modo per gli elettori per inviare messaggi di testo ("tweets") tramite cellulari o computer che saranno aggregati e mappati in modo che tutti possano vedere i problemi con il voto in tempo reale.

Immaginate una mappa a livello nazionale con simboli che individuano ogni codice postale dove gli americani sono in attesa di votare da oltre 30 minuti o indicando le circoscrizioni elettorali in cui le macchine per il voto non funzionano. Collettivamente ci si tiene informati su quando le code sono troppo lunghe in modo da garantire che i media e gruppi di controllo sappiano dove ci sono problemi.

da: Twitter Vote Report Wiki

martedì 28 ottobre 2008

La scuola non si tocca!

Da un articolo di Repubblica (Curzio Maltese) riporto alcune testimonianze di maestri e genitori sulla situazione della scuola:


BOLOGNA - A New York sono sorte negli ultimi dieci anni scuole materne ed elementari che copiano quelle emiliane perfino negli arredi. Via i banchi, le classi prendono l'aria delle fattorie reggiane che ispirarono Loris Malaguzzi, con i bambini impegnati a impastare dolci sui tavolacci di legno, le foglie appese alle finestre per imparare a conoscere i nomi delle piante.
Si chiama "Reggio approach", un metodo studiato in tutto il mondo, dall'Emilia al West, con associazioni dal Canada all'Australia alla Svezia.
Se la scuola elementare italiana è, dati Ocse, la prima d'Europa, l'emiliana è la prima del mondo, celebrata in centinaia di grandi reportage, non soltanto la famosa copertina di Newsweek del '91 o quello del New York Times un anno fa, e poi documentari, saggi, tesi di laurea, premi internazionali. Non stupisce che proprio dalle aule del "modello emiliano", quelle doc fra Reggio e Bologna, sia nata la rivolta della scuola italiana. La storia dell'Emilia rossa c'entra poco.

[...]

"C'entra un calcolo sbagliato della destra, che poi fu lo stesso errore dell'articolo 18", mi spiega Sergio Cofferati, ancora per poco sindaco. "Il non capire che quando la gente conosce una materia, perché la vive sulla propria pelle tutti i giorni, allora non bastano le televisioni, le favole, gli slogan, il rovesciamento della realtà. Le madri, i padri, sanno come lavorano le maestre. E se gli racconti che sono lazzarone, mangiapane a tradimento, si sentono presi in giro e finisce che s'incazzano".

[...]

"È il frutto di un lavoro preparato con centinaia di assemblee e cominciato già a metà settembre, da soli, senza l'appoggio di partiti o sindacati che non si erano neppure accorti della gravità del decreto", dice Giovanni Cocchi, maestro.

[...]

Spiega la giovane madre di tre bambini, Valeria de Vincenzi: "Non hanno calcolato che quando un provvedimento tocca i tuoi figli, uno i decreti li legge con attenzione. Io ormai lo so a memoria. C'è scritto maestro "unico" e non "prevalente". C'è scritto "24 ore", che significa fine del tempo pieno. Non c'è nulla invece a proposito di grembiulini e bullismo".

[...]

Marzia Mascagni, un'altra maestra dei comitati: "La scuola elementare è migliore della società che c'è intorno e le famiglie lo sanno. Con o senza grembiule, i bambini si sentono uguali, senza differenze di colore, nazionalità, ceto sociale. La scuola elementare è oggi uno dei luoghi dove si mantengono vivi valori di tolleranza che altrove sono minacciati di estinzione, travolti dalla paura del diverso".

[...]

"Noi andiamo avanti lo stesso", risponde il maestro Mirko Pieralisi. "Andiamo avanti perché indietro non si può. Non vogliono le famiglie, più ancora di noi maestri. Ma a chi la vogliono raccontare che le elementari di una volta erano migliori? Era la scuola criticata da Don Milani, quella che perdeva per strada il quaranta per cento dei bambini, quella dell'Italia analfabeta, recuperata in tv dal "Non è mai troppo tardi" del maestro Manzi".

lunedì 27 ottobre 2008

Liste bloccate anche per le europee

È il testo unificato approvato dalla Commissione Affari costituzionali

La riforma elettorale europea a Montecitorio (Ddl Camera 22-A)

Approda in Aula alla Camera, dal 27 ottobre, il testo di riforma delle legge per le elezioni europee. Si tratta di un testo unificato approvato in Commissione che prevede l'abolizione delle preferenze, liste bloccate, sbarramento al 5% e aumento delle circoscrizioni regionali. Previsto, inoltre, un tetto alle spese elettorali. La riforma cancella dunque la possibilità esprimere preferenze e introduce le liste bloccate. Saranno eletti europarlamentari solo i candidati delle liste che sul piano nazionale ottengono almeno il 5%.

Le circoscrizioni elettorali saranno:

Nord-Ovest composta dalle regioni Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria; Lombardia;
Nord-Est (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia);
Emilia Romagna-Marche; Toscana e Umbria;
Centro (Lazio, Abruzzo, Molise); Campania;
Sud (Puglia, Basilicata, Calabria);
Sicilia e Sardegna.

La riforma prevede un tetto di spesa per candidati e partiti per la campagna elettorale e l'obbligo di mettere in lista un numero di candidate donne pari al numero degli uomini.

(27 ottobre 2008)

leggi il decreto

Un commento: l'obbligo di avere in lista tante donne quanti uomini, ma non l'obbligo di metterle in cima alla lista. Quante donne avremo in parlamento europeo?

domenica 26 ottobre 2008

La riforma dell'università

Si parla di riforma dell'università, ma sappiamo cosa verrà riformato? E quali saranno le conseguenze di tali cambiamenti?

Diamo la parola agli studenti. Riporto un post dal sito di alcuni studenti di Padova che si sono mobilitati contro la "riforma".




• Art. 16. Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università.

• 1. In attuazione dell’articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell’autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. La delibera di trasformazione e’ adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e’ approvata con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. La trasformazione opera a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di adozione della delibera.

• 2. Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimoniodell’Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e’ trasferita, con decreto dell’Agenzia deldemanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.

• 3. Gli atti di trasformazione e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.

• [...]

• 9. La gestione economico-finanziaria delle fondazioni universitarie assicura l’equilibrio di bilancio. Il bilancio viene redatto con periodicità annuale. Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l’entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione.

• [...]

• 13. Fino alla stipulazione del primo contratto collettivo di lavoro, al personale amministrativo delle fondazioni universitarie si applica il trattamento economico e giuridico vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto.

• 14. Alle fondazioni universitarie continuano ad applicarsi tutte le disposizioni vigenti per le Università statali in quanto compatibili con il presente articolo e con la natura privatistica delle fondazioni medesime.



• Art. 66.Turn over

• [...]

• 7. Il comma 102 dell’articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e’ sostituito dal seguente: «Per gli anni 2010 e 2011, le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, per ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell’anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell’anno precedente.

• [...]

• 9. Per l’anno 2012, le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 523 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 50 per cento di quella relativa al personale cessato nell’anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere il 50 per cento delle unità cessate nell’anno precedente.
• [...]
Cosa cambia con la legge 133

• Blocco del turnover al 20%
– Max una nuova testa ogni 5 pensionamenti
– Rientra solo il 20% del budget dei pensionamenti

• Rimarranno scoperti molti corsi
– Intere aree scientifico/disciplinari
– Corsi di Laurea radicalmente riorganizzati
– Corsi di Laurea chiusi

• Nessun ricambio generazionale


Tagli FFO

FFO = Fondo di Finanziamento Ordinario

• Il FFO delle universita’ viene tagliato in modo pesante
– Rischiano di mancare i soldi per gli stipendi


• Nessuna possibilita’ di carriera (o di ingresso) per i meritevoli
– Niente budget, niente concorsi

Fondazioni


• Le universita’ hanno facolta’ di trasformarsi in fondazioni private
– Basta un voto del Senato Accademico
– Il patrimonio immobiliare diventa di proprieta’della fondazione
– Sparisce il tetto al 20% delle tasse universitarie
– Le tasse aumentano per coprire i costi reali dell’istruzione universitaria (4x? 10x?)

Richiesta inchiesta parlamentare sul caso Cossiga

NESSUNA REAZIONE DALLA STAMPA NAZIONALE ITALIANA

per le esternazioni sconcertanti del senatore a vita Franceco Cossiga

Donatella Porretti parlamentare dei Radicali Italiani ha fatto un comunicato, che riporto di seguito, sulla proposta d'istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti del '77 che determinarono la morte di Giorgiana Masi:

"In una intervista sul Quotidiano Nazionale del 23 ottobre, il Presidente emerito Francesco Cossiga, ha consigliato al Ministro degli Interni di gestire le manifestazioni e le occupazioni delle scuole in corso in questi giorni infiltrando provocatori che suscitino violenza si’ da giustificare l’uso contro di loro della forza pubblica. A maggior ragione ho quindi ritenuto necessario presentare al Senato, dopo una medesima proposta alla Camera dall’On. Maurizio Turco (Radicali - PD), un Disegno di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti che determinarono, il 12 maggio 1977, la morte della allora diciottenne Giorgiana Masi. Militante Radicale, uccisa da un colpo di pistola vagante, mentre altre persone furono ferite in modo grave, partecipava ad una manifestazione nonviolenta in occasione dell’anniversario della vittoria del referendum sul divorzio. A capo del Viminale allora c’era proprio Francesco Cossiga, che negò in modo categorico che il proiettile vagante potesse essere stato sparato dalla Polizia, nonostante numerose foto e testimonianze inequivocabili abbiano successivamente portato all’identificazione di un poliziotto con tanto di nome e cognome, e immortalato mentre in borghese, vestito con una maglia a strisce, si era infiltrato nella manifestazione per fomentare i disordini.Il Ddl per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta su questi fatti ha ricevuto anche l’adesione dei Senatori Marco Perduca, Felice Casson e Gianrico Carofiglio."

Qui il testo del Ddl

sabato 25 ottobre 2008

Paese di merda (Ascanio Celestini)

Italia 44° posto per la libertà di stampa


L'Italia scende, nella classifica della libertà di stampa, secondo l'autorevole "Reporters senza frontiere".

Siamo al 44° posto:




ANSA: "Nella classifica di Rsf, un organismo internazionale per la difesa della libertà di stampa, l'Italia è a quota 44 con un coefficiente di 8,42 (nel 2007 era 35/ma con coefficiente 11,25), preceduta dai principali partner della Ue ad eccezione di Polonia, Romania e Bulgaria. Causa di questa situazione, secondo Rsf, sono "il cattivo clima generale, le minacce e le organizzazioni mafiose"."

Loro lo chiamano "cattivo clima generale", noi li conosciamo alcuni nomi no?

PS: per i curiosi, l'ultimo paese nella lista è l'Eritrea, non la Corea del Nord, che è solo penultima...

Italia-Islanda 98 - 2

Scusate, si parla dell'Islanda "fallita".

Il primo stato occidentale dal 1976 a chiedere soldi al fondo monetario internazionale: sapete quanti?

2 miliardi di euro.

E me lo chiamano stato fallito!

Gli islandesi si spaventano veramente per poco.

Cosa dovrebbero dire gli italiani che non vedranno MAI più i loro 98 miliardi rubati dalle società delle slot machine?

Gli islandesi sono proprio dei principianti!

FIRMATE O SIETE DEGLI ISLADESI

http://firmiamo.it/98miliardidieuroevasi

venerdì 24 ottobre 2008

"Noi la vostra crisi non la paghiamo"

Riporto alcuni slogan degli studenti e dei giovani e meno giovani che sono scesi in piazza per protestare contro la rovinosa riforma della scuola e del mondo della ricerca e dell'università:

"Noi la vostra crisi non la paghiamo"

"Noi siamo i giovani"

"Non tagliateci il futuro"

"Alla dolente università sepolta viva nelle profondità dell'ignoranza"

"L'università così muore"

"L'università non è in vendita"

"Troppo facile governare un popolo di ignoranti"

"La Gelmini taglia, il professore raglia! "

"SE PENSATE CHE L'ISTRUZIONE SIA COSTOSA, PROVATE CON L'IGNORANZA"

"Destra e scuola : un ossimoro"

"Contro la scuola dell'indecenza ora e sempre Resistenza"

"Con Gelmini e Brunetta, meno italiano alle scuole medie, più ignoranza su Mediaset"

"L'università NON si tocca la difenderemo con la lotta!!!! "

"COMINCIA A RISPARMIARE; LA GELMINI TE LA FARA' PAGARE (LA SCUOLA)"

"STELLA GELMINI
ROVINA DEI BAMBINI
ROVINA DELLA SCUOLA
CON LA MAESTRA SOLA"

"Lo diciamo chiaro e in italiano: scuole razziste non le vogliamo! "

"Banche, guerre i soldi chi li dà? I tagli alla scuola e alla sanità! "

"MA QUALE "TEMPO SCUOLA", CE STANNO A DA' LA SOLA! "

"MENO SCUOLA, LO DICE IL DECRETO PER FAR LE LETTERINE BASTA L'ALFABETO"

"La scuola è degli studenti e dei docenti non della Gelmini e di Tremonti!! "

"Ottobre 2008 in tutti i cinema : Gelmini Mani di Forbice"

"VENDETE IL NOSTRO FUTURO PER COMPRARE IL VOSTRO PRESENTE"

"Contro la scuola dei padroni 10,100,1000 occupazioni"

"La scuola pubblica da cultura la privata spazzatura"

giovedì 23 ottobre 2008

Cossiga sul movimento studentesco: intervista vergognosa!


Riporto la vergognosa intervista al senatore Cossiga sul movimento studentesco.

Senatore si vergogni per le parole pronunciate! Alla sua età un po' più di buon senso e rispetto dovrebbero essere la norma. E non parliamo del senso civico e dei principi democratici che vengono così maldestramente calpestati dalle sue esternazioni. SI VERGOGNI! Sto male al pensiero di essere stato rappresentato da un Capo delo Stato di questo spessore e di essere tutt'ora rappresentato da un senatore a vita di cotanta basseza umana: picchiare "le maestre ragazzine", non so quale mente malvagia possa pensare a questa soluzione per un paese come il nostro che visto da qua, da Heidelberg, non offre un bello spettacolo di democrazia.

Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008 (http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406)

INTERVISTA A COSSIGA

«Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei»

di ANDREA CANGINI - ROMA

PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.

Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figurac- cia».

Quali fatti dovrebbero seguire?

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».

Ossia?

«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?

«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?

«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?

«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no?

«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che in- dottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

Quale incendio?

«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.

E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E` dunque possibile che la storia si ripeta?

«Non è possibile, è probabile.

Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.

La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

mercoledì 22 ottobre 2008

Parte la raccolta firme a Mannheim


Größere Kartenansicht

Sono arrivati i moduli vidimati all'agenzia consolare di Mannheim.

Da oggi si può firmare andando in agenzia consolare (vedi cartina sopra: Konsularagentur Italien, M1, D5, 68161 Mannheim) ai seguenti orari:

Lun-Ven 9.30-12.30
Gio 14-17

Ogni giovedì dopo le 17 a partire da giovedì 4 novembre!

L'agente consolare Sig. Marco Esposto mi ha dato la disponibilità di raccogliere le firme anche al giovedì fuori dall'orario d'ufficio per permettere a chi lavora di recarsi a firmare.
La prima data disponibile è giovedì 4 novembre a partire dalle 17.
Ovviamente durante gli orari d'ufficio sarà sempre possibile firmare.

Non si potrà oraganizzare un banchetto esterno al consolato per la raccolta firme, perché questa è una proposta di un partito e non è una richiesta governativa. Banchetti esterni si possono organizzare solo per le elezioni europee.

La raccolta termina il 30 novembre.

martedì 21 ottobre 2008

L'informazione in Italia (prima parte)

Arrivati i moduli a Mannheim

Annuncio che i moduli vidimati sono giunti all'agenzia consolare di Mannheim. Domani mattina ho un appuntamento con l'agente consolare per definire la modalità della raccolta.

Riporto il comunicato del Comitato di sostegno al Referendum per l'abrogazione del Lodo Alfano a Basilea.


Martedì 21 ottobre 2008

Comunicato (Leggi il volantino)

Il 17 ottobre 2008 si è costituito a Basilea il Comitato di sostegno al Referendum per l'abrogazione del Lodo Alfano. All'incontro hanno preso parte diversi esponenti di associazioni e partiti che si riconoscono nell'iniziativa referendaria contro una norma ritenuta un privilegio scandaloso che non ha uguali in Europa e nel mondo e, pur di garantire l'impunità a Berlusconi, contraddice il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione. Angelo Berardini è stato designato coordinatore del Comitato.

Nel lanciare la raccolta di firme, che verrà effettuata negli uffici consolari e in appositi incontri da organizzare nella comunità italiana, Il Comitato sottolinea il significato particolare delle firme degli italiani all'estero contro il lodo Alfano. Nel documento sottoscritto dai membri del Comitato si afferma infatti che essi "vivono in Paesi in cui la legalità e l'uguaglianza di fronte alla legge sono principi sacrosanti. E così vogliamo che sia anche l'Italia. La nostra firma rappresenta quindi un contributo per ripristinare in Italia una democrazia sana ed autentica, contro gli scandalosi privilegi introdotti dal Governo Berlusconi". Comitato di sostegno al Referendum per l'abrogazione del lodo Alfano:
Angelo Berardini (Italia dei Valori), Antonio Arcuri (Presidente Comites Basilea), Ulder Ligi (Presidente Comites Soletta), Corrado Trotta (Presidente Comites Argovia), Cesidio Celidonio (Coordinatore Sinistra Democratica in Svizzera), Alessandro Calaprice (Dirigente di Rifondazione Comunista in Svizzera), Santa Notaro (Presidente Colonia Libera Italiana Basilea), Nella Sempio (Presidente UniTre Basilea), Marco Minoletti (Coordinatore Ecap e direttore Centro d'esame Celi Basilea), Armando Bee (Colonia Libera Italiana Basilea).

lunedì 20 ottobre 2008

I premi Nobel al fianco di Saviano "La sua libertà riguarda tutti noi"



da un articolo di Paola Coppola su Repubblica:

ROMA - I Nobel si mobilitano per Roberto Saviano. Lanciano un appello per chiedere allo Stato di intervenire, di proteggerlo dalle minacce di morte dei Casalesi e sconfiggere la camorra. Chiedono di garantire "la libertà nella sicurezza" all'autore del bestseller "Gomorra", che vive da clandestino, sotto scorta. Il caso Saviano è "un problema di democrazia", scrivono. Ma è, anche, "un problema di tutti noi".


Leggi l'appello dei Nobel:

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro - Gomorra - tradotto e letto in tutto il mondo.

È minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese.

Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, Repubblica, e di tacere.

Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un problema di polizia. È un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini.

Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.

DARIO FO
MIKHAIL GORBACIOV
GUNTHER GRASS
RITA LEVI MONTALCINI
ORHAN PAMUK
DESMOND TUTU


E FIRMA!

domenica 19 ottobre 2008

Fiera del libro di Francoforte: premiati Saviano e Garrone


Foto: Cannes 2008, Roberto Saviano e Matteo Garrone, rispettivamente autore e regista di Gomorra, con l'attore Toni Servillo.

Roberto Saviano, in qualità di autore del copione di "Gomorra, e Matteo Garrone, regista del film, sono i vincitori quest'anno del premio Hessische Filmpreis per il miglior adattamento cinematografico di un'opera letteraria. E' la prima volta che il premio, sponsorizzato dalla "Fiera internazionale del libro" in corso in questi giorni a Francoforte, e dotato di 10mila euro, viene diviso tra l'autore del copione e il regista di un film.

tratto da http://www.robertosaviano.it/documenti/9669

Ieri sono stato alla fiera, ho fatto tutti i miei giri e poi ho incontrato Luca, fuori, per parlare dell'inziativa della racolta firme all'estero. Luca sarà il riferimento per Francoforte. È stato bello incontrare una persona che spontaneamente decide di attivarsi e fare tutto quello che gli è possibile fare per sostenere una causa di principio. Un principio democratico. Sancito dalla costituzione. Il principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Nella nostra imaginazione non esistono quattro cittadini più uguali degli altri, i cui processi possono aspettare tempi migliori. Per noi Napolitano, Schifani, Fini e Berlusconi di fronte alla legge sono uguali a noi. Di fronte ai loro elettori o simpatizzanti sono diversi, ma come è diverso il sapore della mela da quello dell'arancia. Entrambi questi frutti poi sottostanno alle leggi della natura. In democrazia le leggi della natura, oltre che dal buon senso (ma c'è tanta carenza nella politica odierna), sono dettate dalla costituzione. Noi riteniamo che una legge come il lodo Alfano sia una legge "contro natura".

mercoledì 15 ottobre 2008

L'importanza di alzare la voce

Il governo Berlusconi che in questi giorni vive un momento di successo con una popolarità di più del 60% ha varato in poco più di 5 mesi 6 leggi che Travaglio chiama "leggi su misura".

Vorrei porre l'attenzione sulla quinta: la "salva bancarottieri".

Di essa dice Travaglio:

"La quinta è la salva-bancarottieri, tentata la scorsa settimana al Senato in forma di emendamento al decreto Alitalia, e non grazie all’opposizione, che al solito dormiva, ma grazie a due giornaliste di Report, Giovanna Boursier e Milena Gabanelli. Alla fine Tremonti, con agile balzo, è riuscito addirittura a passare per nemico di quella legge, che aveva il parere favorevole del governo di cui lui fa parte (chissà mai chi l’aveva autorizzata)."

E la Repubblica (Liliana Milella):

"La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato."

In verità qualcuno in Senato se n'era accorto! L'Italia dei Valori aveva sollevato una questione di costituzionalità. E l'opposizione del PD non dormiva, ha fatto molto peggio: ha lasciato l'aula!

Dal sito di Di Pietro si legge:

"È stata, invece, inserita una norma «salva Premier» che avevamo denunciato con un'apposita questione pregiudiziale al Senato, che ha ricevuto il parere da parte del Governo e pertanto quest'ultimo ne era perfettamente a conoscenza e quindi il Ministro Tremonti dice il falso, quando afferma che non ne sapeva nulla. Il Governo ha espresso un parere sulla mozione che abbiamo presentato. "
[...]
"Ribadiamo la questione di illegittimità costituzionale dell'articolo 3, primo comma, prima parte, del decreto-legge in esame, laddove si afferma testualmente (invito davvero a leggere la disposizione) che: «in relazione ai comportamenti, atti e provvedimenti che siano stati posti in essere dal 18 luglio 2007 fino alla data di entrata in vigore del presente decreto (...) la responsabilità per il relativi fatti commessi dagli amministratori (...)» è esclusa. Quale responsabilità, di quale responsabilità parliamo? Penale, civile, amministrativa, contabile?
La responsabilità penale non può essere esclusa per legge, perché la Costituzione vieta che qualcuno resti impunito e per tale ragione questa norma, così come formulata, è incostituzionale. So bene che alla maggioranza non importa nulla il rispetto della Costituzione. Mi appello alla minoranza, a tutta l'altra parte dell'Aula, all'opposizione, al Partito Democratico, che almeno su questo provvedimento non accada alla Camera ciò che è già accaduto al Senato, ossia che, mentre facevamo rilevare una gravissima violazione della Costituzione, anche l'opposizione decideva di abbandonare l'Aula e di non votare.
Non è chiudendo gli occhi, non è facendo finta di non vedere che si raggiunge l'obiettivo."

Travaglio e Milella riportano la notizia come se fosse stata una scoperta di una giornalista, la Gabanelli. L'opposizione di IdV in aula si è fatta sentire, ma l'eco non si è sentito al di fuori di quelle mura. È solo grazie a Report che si è sparsa la voce e il governo ha dovuto fare marcia indietro. Per fare opposizione a questo governo c'è bisogno della televisione, non basta ancora la rete!

martedì 14 ottobre 2008

Lettera a Napolitano: Heidelberg contro la camorra

Tempo fa scrissi una mail al presidente Napolitano per chiedergli di non firmare il lodo della vergogna.

Non ebbi risposta.

Ad inizio settembre ho nuovamente scritto al presidente la seguente mail sulla camorra:

Egregio Presidente della Repubblica,

oggi è stata pubblicata da Repubblica la lettera di Saviano rivolta a tutti noi suoi compaesani. Cittadini di quest'Italia che sa essere tanto miserabile quanto è meschino l'animo umano. Un popolo dovrebbe sapersi sollevare al di sopra della povertà morale del singolo o di alcuni gruppi ristretti. Ed è per questo che scrivo a Lei come massimo rappresentante del popolo italiano tutto, soprattutto come rappresentante di coloro che nelle bassezze della Camorra non si riconoscono.

Riporto il link alla lettera dello scrittore e giornalista:

http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/cronaca/caserta-sparatoria/saviano-omerta/saviano-omerta.html

Come Lei ha iniziato una campagna di sensibilizzazione riguardo alle morti bianche (morti sul luogo del lavoro), così Le chiedo in nome della giustizia e della solidarietà umana di iniziare in modo aggressivo una campagna di sensibilizzazione contro questo odio che vive nelle strade del nostro paese. Un odio che vive indisturbato troppo spesso perché lo stato si dimostra debole. La forza dei cittadini si basa, come ci suggerisce Saviano, anche sulla forza del loro pensiero e della loro immaginazione. Nell'immaginare che c'è una via d'uscita a tutto questo. Le chiedo come Presidente della Repubblica di indicarci i primi passi verso quest'uscita. Lo faccia con la massima decisione, con il massimo rispetto per tutte quelle persone che già si sono messe in gioco come Carmelina, la maestra di Mondragone, e lo faccia sapendo che è una questione di vita o di morte.

I miei più siceri saluti

Thomas Carraro


Ebbene il segratario generale della presidenza della repubblica (ufficio per gli affari dell'amministrazione della giustizia) mi ha risposto.


Gentile Signor Carraro,

rispondo all'istanza da Lei inviata al Presidente della Repubblica, con la quale lo invita a sensibilizzare i cittadini contro la camorra.

Il Capo dello Stato ha ben presenti le situazioni di profondo disagio che vivono i cittadini nei territori oppressi dalla criminalità organizzata e presta la massima attenzione al problema, nel rispetto dei confini assegnati dalla Costituzione alle sue prerogative.

In più occasioni, ha espresso sostegno e vicinanza alle Istituzioni e ai cittadini impegnati, nei rispettivi ruoli, nella lotta alle organizzazioni criminali.

Mi preme ricordare, da ultimo, il commento del Signor Presidente alla notizia della candidatura al premio Oscar del film "Gomorra": "...è un film di verità ed è anche un forte richiamo alla coscienza comune degli italiani perché situazioni come quella in cui domina il clan camorristico dei Casalesi si superino e non si ripetano più". Di ieri è poi il comunicato - che allego - sull'arresto di soggetti indagati, tra l'altro, per gravissimi e recenti fatti di sangue e che gli organi delle indagini assumono essere esponenti di spicco delle più aggressive consorterie mafiose.

Con i migliori saluti

lunedì 13 ottobre 2008

Leggi ad personam tocca a Carnevale

Blocchiamo il Lodo Alfano, non permettiamo a questa gente di estendere il proprio potere senza limiti!

Riporto un articolo di Repubblica di Liliana Milella.

ROMA - E adesso c'è un record anche per le leggi ad personam. Anzi: doppio record. Stessa persona come beneficiario e stesso governo. Sempre Berlusconi, of course. E con un "graziato" di tutto rispetto, Corrado Carnevale, la toga che fu nota come "l'ammazzasentenze", per via dei processi di mafia che annullava dalla Suprema corte per vizi formali.

Che osò perfino dare del "cretino" a Giovanni Falcone, perché "certi morti io non li rispetto". Ma Carnevale è nel cuore della destra. Gli fecero una leggina ad hoc nel 2003, per ripescarlo dalla pensione dov'era finito quale imputato in un processo per mafia, gliene rifanno una per consentirgli di concorrere all'unico incarico che desidera, il posto di primo presidente della Cassazione. Ci arriverà alla veneranda età di 80 anni, ci potrà restare fino ai suoi 83, anche se i colleghi vanno in pensione a 75. Appena ieri, a Taormina, davanti ai giovani avvocati, il Guardasigilli Alfano ha vantato i meriti del Csm perché "svecchia" i capi degli uffici. Ma per Carnevale, l'unico che si è vantato d'essere l'ispiratore della prima norma a suo favore, ben venga un'eccezione.

Lodo Alfano, lodo Consolo, lodo Geronzi. Eccoci al lodo Carnevale. Partorito giovedì 9 ottobre, al Senato. Infilato nel decreto legge che dà più soldi ai magistrati in marcia verso le sedi disagiate. Lo propone Luigi Compagna, docente di dottrine politiche, d'origini repubblicane, oggi forzista. A leggerla, la minuscola norma pro-Carnevale, è incomprensibile, ma significa tanto. Dice così: "L'articolo 36 del decreto legislativo 5 aprile 2006 n.160, come modificato dall'articolo 2 comma 8 della legge 30 luglio 2007 n.111, è abrogato". Vuol dire: la disposizione dell'ordinamento giudiziario dell'ex Guardasigilli Clemente Mastella (2007) per cui, chi fu graziato nel 2004 e ottenne la ricostruzione della carriera non può ottenere posti di vertice oltre i 75 anni, "è abrogata". La Mastella cancellava la Castelli che invece non poneva limiti d'età. Ora si torna indietro. E si dà via libera a Carnevale.

In aula, la proposta di Compagna ottiene il placet del governo per bocca del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, ex toga di Unicost candidata da Berlusconi. L'opposizione, stavolta (e non come per il lodo Geronzi), reagisce. Il democratico Felice Casson chiede il voto elettronico. Su 271 presenti, 159 sono a favore, 111 contro. Dice l'ex pm di Venezia: "La maggioranza aveva proposto la norma in commissione, ma il governo era contrario. Poi rieccola in aula. Io e Gerardo D'Ambrosio ne abbiamo ragionato e il nostro è stato un no convinto".

Due leggine in cinque anni. La prima ripescò Carnevale dalla pensione, dov'era finito per via del processo per concorso in associazione mafiosa che gli aveva mosso la procura di Gian Carlo Caselli. Fu assolto nel 2002. L'anno dopo ecco un comma nella Finanziaria per restituire onore e carriera ai dipendenti pubblici, toghe comprese, finite nelle maglie della giustizia ma uscitene illese. Non solo possono tornare in servizio, ma recuperare pure gli anni persi sforando l'età pensionabile. Un dl del 2004 fa di più e consente ai reintegrati di ottenere un posto in sovrannumero.

Al Csm si scatena la guerra. Parte il ricorso alla Consulta perché la legge incide sui poteri del Consiglio. La Corte lo boccia. Il braccio di ferro prosegue, il Csm stoppa Carnevale che ricorre al Tar e al Consiglio di Stato. Dove vince. In un drammatica seduta, finita 11 a 10, in cui anche la sinistra si divide, "l'ammazzasentenze" ottiene il posto di presidente di sezione civile della Suprema corte. Commenta: "È un atto dovuto".

La sua unica aspirazione è conosciuta da tutti. Diventare primo presidente. Con la leggina fresca di voto (e se la Camera la conferma) ce la farà. L'attuale capo, Vincenzo Carbone, va in pensione a metà del 2010. Lui avrà 80 anni, potrà ridire, "sono il più anziano". Al Csm sono basiti. Ezia Maccora, ex presidente di Md della commissione per i capi degli uffici, che ha fatto del ringiovanimento della dirigenza uno degli obiettivi del suo lavoro, commenta: "A Taormina ho sentito Alfano apprezzare il nostro sforzo per fare nomine basate su capacità e merito. Questa norma invece va in direzione opposta e consente a un magistrato in età molto avanzata di concorrere ugualmente". Ma per lui ogni strappo è possibile.

Articolo: http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/giustizia-12/lodo-carnevale/lodo-carnevale.html

domenica 12 ottobre 2008

Fiducia

fiducia = lat, FIDÚCIA da FÍDERE aver fede.
Credenza e speranza in persona, o anche nel buon successo di chicchessia, fondate su segni o argomenti certi o molto probabili.
Si usa anche per Credito, Stima.
Deriv. Fiduciàle; Fiduciàrio; Fiducióso.

Un bel discorso sulla fiducia sarebbe lungo. Troppo per un post. Ma due parole si possono spendere.

Oggi durante una passeggiata ad Heidelberg ho incontrato questo punto vendita del miele:


Come vedete chi vuole comprare un barattolo di miele basta che metta 5 euro nel cilindro a destra e si prenda una confezione di miele. Il miele è lì a disposizione di chiunque. Il sistema di vendita si basa sulla FIDUCIA!

In Germania questo sistema funziona NON SOLO per il miele. È questione di civiltà? È questione di cultura? È perché qui la polizia si chiama "polizei"? È forse perché il miele qui fa schifo e a nessuno verrebbe in mente di rubarlo?

In Italia molte persone hanno perso la fiducia nei confronti della politica e non solo in quella. Questo indipendentemente dalla perdita di fiducia del mercato finanziario che caratterizza la grossa recessione attuale.

Sabato in un solo giorno sono state raccolte più di 200.000 firme per il referendum anti-lodo. Chi ha firmato NON ha fiducia nel governo in carica.

I primi risultati della raccolta all'estero giunti dalla Svizzera, che è l'unico paese che ha ricevuto finora i moduli vidimati, sono positivi. Il fatto che gli italiani all'estero si mobilitino è un segnale fortissimo. Per la posizione speciale che abbiamo noi da qui, da fuori confine, le nostre azioni vanno considerate amplificate. L'attenzione che abbiamo per il nostro paese non è una cosa che si può spiegare in poche righe. Noi siamo portati in maniera naturale a confrontare il nostro paese con la realtà che viviamo giornalmente nel paese ospitante. Per troppe cose che riguardano la civiltà e la percezione della legalità l'Italia, da questo confronto, ne esce perdente. Penso che la nostra esperienza qui all'estero sia una grande ricchezza per l'Italia.

venerdì 10 ottobre 2008

Normativa per la raccolta delle firme all'estero

A quanto previsto dalla legge:

L. 25 maggio 1970, n. 352 (1).

Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo.

-----------------------

(1) Pubblicata nella Gazz. Uff. 15 giugno 1970, n. 147.

http://www.esteri.it/mae/Politiche2006/l250570.pdf

all'estero ci si comporta nel seguente modo:

"[...]

8. La richiesta di referendum viene effettuata con la firma da parte
degli elettori dei fogli di cui all'articolo precedente. Accanto alle
firme debbono essere indicati per esteso il nome, cognome, luogo e
data di nascita del sottoscrittore e il comune nelle cui liste
elettorali questi è iscritto ovvero, per i cittadini italiani
residenti all'estero, la loro iscrizione nelle liste elettorali
dell'anagrafe unica dei cittadini italiani residenti all'estero.

[...]

Per i cittadini elettori residenti all'estero l'autenticazione è fatta
dal console d'Italia competente. L'autenticazione deve recare
l'indicazione della data in cui avviene e può essere anche collettiva,
foglio per foglio; in questo caso, oltre alla data, deve indicare il
numero di firme contenute nel foglio."


PS: per le normative sui referendum vedi anche: http://www.esteri.it/MAE/IT/Italiani_nel_Mondo/PrincipaliAttivita/Voto_Italiani/Elezioni_Politiche_e_Referendum.htm

Domani inizia la raccolta firme in Italia, per l'estero aspettiamo i moduli

Diciamo basta! E diciamolo in tanti!
Da domani, per ora solo in Italia (le sedi all'estero stanno aspettando i moduli vidimati dal ministero), si potrà partecipare a questa grande azione democratica che è la raccolta di firme per ottenere il quorum per il referendum. Da domani i cittadini sono chiamati a mobilitarsi in modo del tutto civile a fare una cosa importante. La richiesta di un referendum per abrogare una legge praticamente imposta al parlamento dal primo ministro Berlusconi sarà segno ineludibile che molti italiani dicono basta! Non a Berlusconi come primo ministro (come sostengono le teorie superficiali e populiste dell'antiberlusconismo), ma basta ad un pensiero ormai diffuso in ambiente politico e non. Cioè basta con l'assecondare le piccole o grandi azioni di illegalità con la scusa che così fan tutti, che se ne prendi uno allora devi prendere anche tutti gli altri, che questo è l'unico modo per fare qualcosa in politica, che in un paese di furbi si è scemi a porre l'accento sulla violazione invece di approfittarne a propria volta. Basta! Lo diciamo soprattutto noi da qui, da una Germania che è avanti anni luce in fatto di legalità. Basta col tacciare questa nostra posizione come "giustizialista" (con quel suffisso in "ista" che già linguisticamente ha un connotato negativo) NOI SIAMO PER LA LEGALITÀ. Bello sarebbe poter credere che in l'Italia valga il motto Liberté, Égalité, Fraternité. Noi purtroppo siamo ancora allo stadio: Liberté, LÉGALITÉ, Fraternité.

Égalité vuol dire: "siamo tutti uguali, non c'è distinzione, la legge vale per tutti!" In Italia non è così. Allora il motto così com'è in italia non vale e va sostituito con la variante meno forte con la parola légalité al posto di égalité, perché se non c'è Légalité non ci può essere Égalité. Come possiamo parlare di legalità in un paese in cui per salvare il premier (e suo fratello, ma non sono certo gli unici beneficiari) si è depenalizzato il falso in bilancio per esempio. I due processi All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2 - recano la formula “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Il bilancio o è falso o non è falso. Non è che si è illegali se si fanno certe cose, ma se le fa il primo ministro allora non si è più illegali e quindi va cambiata la legge! Berlusconi è solo un ottimo esempio per parlare della percezione di legalità da parte dell'italiano.

Chi firma questo referendum vuole dire: "per me la legalità è al primo posto così come lo è la libertà".

PS: da domani si potrà firmare in Italia. Per le sedi all'estero vi terremo informati, ma a breve si darà il via!

giovedì 9 ottobre 2008

Le firme all'estero

Per chi volesse raccogliere le firme all'estero ecco alcune informazioni importanti:

1) contattare le seguenti persone:

Italia dei Valori - Estero :

Massimo Bernacconi
Tel:
+39-06-916503247 (office)
+420-602585991 (mobile)
+39-334-3368874 (mobile Italy)

oppure

On. Antonio Razzi

http://www.antoniorazzi.org/


2) contattare l'agenzia consolare più vicina e chiedere se i moduli sono giunti in consolato

3) possono firmare solo gli italiani iscritti all'AIRE (Anagrafe italiani all'estero)

4) le firme per essere valide possono essere raccolte SOLO in un consolato, questo per 2 motivi:

I) devono essere autenticate da qualcuno del consolato;
II) chi autentica deve verificare che chi firma sia iscritto all'AIRE e questo puo' essere fatto solo al consolato. IMPORTANTE: la firma e la verifica di essere iscritti all'AIRE deve essere effettuata allo stesso momento.


5) contattare i Comites (
Comitato degli Italiani all’Estero) della zona per diffondere la notizia

6) contattare
Oreste Parlatano (http://oreste.parlatano.org/) coordinatore del forum idv_estero · ITALIA DEI VALORI - COORDINAMENTO ESTERO

7) fare inserire la nuova sede nella mappa google dei punti di raccolta firme


8) tenersi aggiornati tramite i seguenti siti:

http://idvestero.org/cgi-bin/idvestero/index.pl
http://idvestero.org/referendum_nel_mondo.html
http://www.antoniodipietro.com/index.php
http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/
(solo per iscritti: forum)

mercoledì 8 ottobre 2008

Noi siamo contro il Lodo Alfano

"Il Lodo-Alfano è una legge fatta per delinquere in libertà da parte dell'attuale premier e per non farsi processare. La libertà i cittadini la perdono in questa maniera, poco alla volta, concessione dopo concessione. Il governo ve lo sta già dimostrando, dopo il lodo per le 4 cariche dello Stato passato nell'indifferenza di molti ora si avanzano nuove pretese arroganti che calpestano i principi della costituzione, della democrazia e della tua libertà. Arrivano richieste per il Lodo-Consolo per i ministri, arriva l'estensione del Lodo per Mills, chissà che non arrivi il Lodo anche per qualche criminale.
Non lasciarti sfuggire di mano la tua libertà. Firma in una delle piazze per il referendum contro il Lodo Alfano.Hai il dovere di fermare la dittatura Berlusconi IV."

da http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/firmaefermali/

Oltre alle piazze d'Italia, molti italiani residenti all'estero si stanno organizzando per raccogliere firme per ottenere il quorum per un referendum abrogativo della legge che riguarda l'immunità delle alte cariche dello stato.

Qui trovate una lista di consolati nel mondo che hanno i moduli per raccogliere le firme: punti raccolta firme nel mondo

Questo il quesito referendario proposto agli elettori: “Volete voi che sia abrogata la legge 23 luglio 2008, n. 124, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 25 luglio 2008, recante Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato?”.

Risposta:

SI:
avremo la speranza che i diversi processi contro l'On. Silvio Berlusconi possano avere il loro normale decorso, dando all'imputato la possibilità di difendersi dalle accuse dei 5 processi che sono stati bloccati per l'immunità che si è creato: corruzione Saccà, corruzione senatori, corruzione giudiziaria Mills, fondi neri Mediaset, Telecinco in Spagna.

NO:
avremo un premier plurimputato che non potrà dimostrare al suo popolo e agli osservatori esterni di essere innocente, cioè di dimostrare l'inesistenza dei reati a lui imputati senza che intervenga una prescrizione.