venerdì 10 dicembre 2010

I falsi Diari di Mussolini e le Opinioni (pubbliche o private)

Cominciamo da questo brano dell'articolo di Di Pasquale Chessa sul Fatto Quotidiano di ieri.

La Storia non è un’opinione

Nella civiltà dell’opinione di massa, c’è un deficit di illuminismo: la democrazia si è rivelata incapace di escogitare un meccanismo efficace con cui regolare, come con il voto si è trovato il modo di regolare democraticamente la rappresentanza, anche la formazione dell’opinione pubblica. Il mercato dell’opinione infatti non distingue fra buono e cattivo, vero e falso. Fino al punto che la politica trova nella bugia la sua arma migliore. Spetta allora all’informazione cercare di raddrizzare il legno storto della democrazia. Come? Per esempio facendo le domande giuste.

Le parole chiavi sono civiltà dell'opinione di massa e formazione dell’opinione pubblica.

Ma leggiamo ora tutto l'articolo, che forse fa capire una volta di più cosa vuol dire fare giornalismo. Un grazie alla redazione del Fatto!

Dal sito del Fatto:

Dal libro “L'ultima lettera di Benito” di Pasquale Chessa e Barbara Raggi emerge il ritratto di un uomo che ancora s'illudeva di rianimare con il suo carisma il morente fascismo repubblichino: “Hai già saputo che ho sempre girato in piedi sul predellino”, scriveva il dittatore raccontando il suo trionfale ingresso a Milano. Lei invece si lamentava dei loschi figuri che gli piazzavano intorno ragazze a pagamento per spodestarla: “Queste sono donne che la tua segreteria politica, quel gruppo di greppinati fetidi, ti servono per eliminare definitivamente me … Di una marchettara possono servirsene anche loro e manovrarla”. Mussolini è preoccupato: “Allo stato delle cose tutto ciò esce dal campo domestico per entrare in quello politico”. Così la storia di ieri sembra somigliare a quella di oggi. Con ragazze come Myriam che vuole fare l'attrice a Berlino e chiede a Benito di essere raccomandata a Gobbels. E il fratello della Petacci che fa “delle richieste fantastiche”, domandando favori che nemmeno il Duce può esaudire perché “in tutta l'Italia repubblicana non c'è quanto chiesto”

Il nuovo Benito, modello dell’Utri

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