giovedì 14 maggio 2009

Caotica ma affascianante

Riporto la traduzione da parte del sito italiadallestero di un articolo apparso sul giornale tedesco "Sueddeutsche Zeitung". Questo articolo dà l'idea di come ci vedono dal nord e devo dire che la visione non è così catastrofica. O l'Amore-Odio dei tedeschi nei nostri confronti gli offusca un po' la vista o noi siamo diventati troppo sensibili all'esproprio della democrazia da parte del parlamento dei nominati. O l'una o l'altra, ma ho come l'impressione che non sia più così facile seguire da fuori cosa sta succedendo in "Itaglia"...Caotica sì!



Ammirazione per piazze e pizze, derisione per mafia, Fiat e Berlusconi: L´immagine che i tedeschi hanno dell´Italia oscilla tra due estremi.

Il superattivo direttore della Fiat Sergio Marchionne, celebra il piano di intesa con la vecchia signora Opel come l´inizio di un matrimonio benedetto. La corteggiata, ma anche molti politici, sindacalisti e cittadini in Germania hanno invece paura che si risolva in un affare maledetto. La Fiat non ce la fara’ mai - questa e’ l´opinione diffusa.

La causa risiederebbe nei dubbi sulle capacita’ finanziarie e manageriali della casa torinese cosí come sulle preoccupazioni per le sedi e i posti di lavoro. Il duro rifiuto alla richiesta di Marchionne ha pero’ anche altri motivi, da ricercare nel piú profondo della psicologia della gente.

In questo senso la Fiat rappresenta tutta l´Italia, e il pregiudizio recita cosi: Gli italiani sono inaffidabili, incapaci di grandi progetti e inadattia rilevare una parte dell´orgogliosa industria automobilistica tedesca. Lo stesso Goethe parlo’ male dell´Italia: “Cerchi invano in ogni angolo la rettitudine tedesca.” A Schopenhauer viene attribuita la frase: “Il punto cardinale del carattere nazionale degli italiani e’ la più completa sfacciataggine.” Piu’ tardi a questi pregiudizi si aggiunsero i ricordi tedeschi di un presunto tradimento italiano nella Seconda Guerra Mondiale.

Anche l´elevato cronico debito pubblico, le scene da operetta della politica di Roma, le montagne di rifiuti a Napoli cosi come il problema della mafia rendono un’ immagine per cui l´Italia non puo’ essere un paese serio. Secondo una battuta cattiva che circola in Germania Fiat è l’acronimo per “difettosa in tutti i pezzi” (Ndt. in tedesco: “Fehlerhaft In Allen Teilen”)

In bizzarra contrapposizione a questi stereotipi negativi c´e’ la passione per l´Italia dei tedeschi. Almeno per quanto riguarda le vacanza, la penisola a forma di stivale ancora oggi e’ il paese dove fioriscono i limoni, si cucina in maniera eccellente, si possono acquistare mobili eleganti, scarpe e vestiti e la vita quotidiana e’ piu’ leggera e allegra che nella nordica Germania. Andare per le colline della Toscana con una Fiat 500? Ma volentieri! La Fiat al timone della Opel? Giú le mani. Cosí si lascia descrivere l´atteggiamento tedesco nei confronti dell´Italia. Da una parte il culto dall´altra il rifiuto, luogo dei desideri e paese del caos, tra questi estremi oscilla l´immagine dell´Italia.

Una particolare figura fa si che da anni questo lato oscuro dell’Italia venga accentuato: Silvio Berlusconi. Il Primo Ministro, con le sue scappatelle, il suo concetto patriarcale del potere, il mischiare la vita privata con il suo ruolo pubblico, così come i suoi attacchi sconsiderati alla giustizia, non potrebbe resisestere neanche una settimana come politico nella Repubblica Federale. Lo stile sfavillante di Berlusconi e la sua auto esaltazione risultano a molti tedeschi ridicoli e pericolosi allo stesso tempo. Anche per questo nel dibattito Fiat-Opel aleggia la sensazione che l’ Italia non sia abbastanza affidabile.

Successi italiani

Solo che la Germania non si può lasciare andare cosi facilmente a certi giudizi sul amico stretto e alleato. Iniziando da Berlusconi. Questo uomo forte è difficilmente tollerabile come presidente democratico di uno dei più importanti stati europei, e gli italiani farebbero bene ad osservarlo con occhi critici. Tuttavia, Berlusconi non dovrebbe essere dipinto o bianco o nero.

L’Italia non è solo Berlusconi

Ha ridimensionato la crisi della spazzatura a Napoli in poco tempo. Ha affrontato la catastrofe del terremoto in Abruzzo, finora, con strabiliante slancio. E la scelta di trasferire l’incontro del G8 di luglio dalla lussuriosa costa della Sardegna a L’Aquila devastata dal terremoto, in un periodo di crisi economica è quanto meno astuta.

A parte questo: l’Italia non è solo Berlusconi. Il paese ha sempre dimostrato che al contrario delle attese dei paesi stranieri, dalla sua posizione è capace di grandi opere. Quasi nessuno avrebbe pensato, che questa nazione con un debito pubblico elevatissimo e con la sua Lira debole, si sarebbe collocata nel primo gruppo degli Stati che avrebbero adottato l’Euro. Ma l’Italia ce l’ha fatta, anche perchè i suoi cittadini senza protestare tanto, per riuscirci hanno pagato delle tasse speciali.

Un altro esempio: prima dei mondiali di calcio del 2006 in Germania, l’Italia giocava in “fuorigioco”. Era schernita da tutto il mondo per un campionato di serie A travolto dagli scandali. L’ Italia è poi diventata Campione del Mondo. E la Fiat? Alcuni anni fa l’azienda si trovava sull’orlo della bancarotta. Oggi si lancia nel tentativo di costruire il secondo più grande impero automobilistico del mondo. Gli alti e i bassi in Italia si susseguono più rapidamente che in altri paesi. Stando a tutti gli stereotipi negativi che riguardano questo paese, sarebbe dovuto gia essere al tappeto da tempo. Invece chi ancora oggi passa per Venezia, o cammina per Roma o viaggia per la Puglia si convincerà di una cosa: Non è certamente così. Come dei magici realisti, molti italiani riescono con perseveranza nell’ apparentemente utopico obiettivo di compensare la debolezza del loro Stato e della loro società. Chi pensa sbrigativamente - non ce la possono fare - si potrebbe sbagliare di grosso.

Per quanto riguarda l’offerta della Fiat alla Opel questo significa che: sarebbe intelligente valutare il suo valore, senza lasciarsi influenzare da pregiudizi di nazionalità e dall’orgoglio ferito dei produttori di auto tedesche. Così potrebbe risultare che il fidanzamento tra le due case automobilistiche non sarà sicuramente un matrimonio da settimo cielo - ma neache un affare maledetto.

[Articolo originale "Chaotisch, aber charmant" di Stefan Ulrich]

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