Il peggio degli italiani, secondo una definitzione di Scalfari, Beppe Grillo fa quello che in un altro paese farebbero centinaia di migliaia di persone: chiede conto al parlamento italiano del suo operato. Il tutto legalmente, cioè seguendo l'iter legislativo e non come credono i detrattori gridando al vento. Segue un iter che come si può immaginare non può essere di immediato responso, dato che si tratta di cambiare le regole del gioco. Sto parlando della proposta di legge elettorale che chiede un cambiamento delle regole per divantare e per rimanere parlamentari.
Quanti dei professoroni di sinistra si stan battendo veramente per far sì che per esempio le persone condannate in via definitiva non siedano in parlamento? Chiedetelo a Franceschini!
Quanti dei professoroni di sinistra si stan battendo veramente per far sì che per esempio le persone condannate in via definitiva non siedano in parlamento? Chiedetelo a Franceschini!
Ho ascoltato un pezzo dell'incontro tra Franceschini e Zegrebelsky:
http://tv.repubblica.it/copertina/referendum-non-cambio-idea/32718?video
Franceschini pronto a tirar fuori il discorso sugli immigrati e a dire che non lo fa per convenienza politica, perché se si perde l'1% per aver detto che gli immigrati vanno considerati come richiedenti asilo politico, non ha importanza se è per una questione di principio.
Ma al tempo stesso non gli importa invece che votando per il SI al referendum si rischia di dare l'Italia in mano al PdL da solo, ALTRO CHE 1%!
Votare SI al referendum vuol dire dare il premio di maggiornaza al partito con più voti, il quale sbalza dal suo 20-30% al 55% (340 seggi su 617) grazie al premio. Vi immaginate un parlamento con un 55% di parlamentari del PdL? E il resto diviso tra Lega, PD, UDC, IdV!
Sono dei pazzi furiosi.
Io pensavo che questi referendum proponessero finalmente la domanda sulla preferenza, ma NO non c'è!
Leggete i quesiti:
http://www.referendumelettorale.org/dettaglio/64284/I_tre_quesiti
Guzzetta, promotore del Referendum, afferma che sia inevitabile andare verso un sistema bipartitico dato che è quello che vogliono gli italiani e quindi il SI al referendum velocizza questa transizione. Peccato che nel suo gran discorso faccia quasi esclusivamente riferimento al fatto che il nostro Parlamento è un parlamento di nominati, non di eletti, ma poi i quesiti referendari non facciano cenno a questa perversione italiana. In oltre Guzzetta afferma che il paventato pericolo che il PdL si prenda il premio di maggioranza non sarebbe poi così una distorsione, dato che già ora con questa legge potrebbe prenderselo. Sì, se si presenta da solo. E vincerebbe il PdL da solo contro PD e IdV? Gli argomenti del SI non mi convincono!
E allora non ci resta che Grillo per riavere ciò che ci han rubato! La Pittima del Parlamento!
Dal post http://www.beppegrillo.it/2009/05/vizzini_vuol_dire_fiducia/
Sabato 9 maggio 2009: Vizzini, avvisato della mia discesa a Roma come Pittima davanti al Parlamento, mi telefona. Mi chiede di incontrarlo martedì per informarmi sull'iter della proposta di legge popolare "Parlamento Pulito". Vizzini premette che l'incontro può essere filmato e pubblicato in Rete.
11 maggio 2009: Vizzini dal suo blog:
"Sono pronto e disponibile ad incontrare Beppe Grillo in rappresentanza del comitato che ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare, in materia elettorale, all'esame del Senato. Nei prossimi giorni porterò all'esame dell'ufficio di presidenza della commissione l'ipotesi e la data di audizione di una delegazione del comitato promotore. In questo modo il provvedimento, il cui esame in commissione è già iniziato con la relazione del senatore Malan, potrà essere portato avanti con la discussione generale."
11 maggio 2009: Mi reco davanti al Parlamento per esigere il mio credito di democrazia e di altri 350.000 firmatari. Nessun deputato esce da Montecitorio. Si presentano le forze dell'ordine in assetto anti sommossa. Mi sposto davanti al Senato seguito dalla Polizia. Mi fanno ancora allontanare. Nessuna traccia di senatori.
12 maggio 2009: mi telefona Vizzini per cancellare l'appuntamento. Ero rimasto a Roma con i miei collaboratori solo per incontrarlo.
Un'altra lezione di democrazia da parte dei nostri dipendenti. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
13 maggio 2009: Dopo la pubblicazione di questo post ricevo la seguente comunicazione di Vizzini che mi rallegra:
"L'Ufficio di Presidenza della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica, sotto la presidenza del senatore Carlo Vizzini, ha convenuto di fissare per la settimana di lavoro parlamentare che inizierà subito dopo le elezioni del 6 e 7 giugno l'audizione di Beppe Grillo e degli altri rappresentanti dei proponenti il disegno di legge di iniziativa popolare n°3 (Riforma della legge elettorale della Camera e del Senato riguardante i criteri di candidabilità ed eleggibilità, i casi di revoca e decadenza del mandato e le modalità di espressione della preferenza da parte degli elettori), già incardinato presso la Commissione e di cui è relatore il senatore Lucio Malan.
Il Presidente Carlo Vizzini al termine dei lavori ha reso noto di essere in contatto con il Signor Beppe Grillo e che anche prima dell'audizione formale, già deliberata, vi è piena disponibilità da parte sua ad un incontro con Beppe Grillo per uno scambio di vedute sul provvedimento all'esame del Senato."
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