sabato 23 gennaio 2010

La giusta memoria

Sonia Alfano, europarlamentare Idv figlia del giornalista Beppe Alfano ucciso dalla mafia l'8 gennaio di 17 anni fa a Barcellona Pozzo di Gotto, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolineandone il "silenzio", a fronte della lettera inviata ai familiari di Bettino Craxi a dieci anni dalla sua morte ad Hammamet.

di Sonia Alfano, da soniaalfano.it

"Gentile Presidente, l’8 gennaio – scrive Sonia Alfano – ho atteso fino all' ultimo una Sua parola di commemorazione, nella Sua veste di massimo rappresentante di quello Stato per la cui difesa mio padre ha dato la vita. Da Lei è venuto solo silenzio, come negli anni passati, verso il ricordo di mio padre.Mio padre non è morto da latitante – continua la missiva – anzi, lui è stato condannato a morte perchè i latitanti li faceva arrestare. Ieri Lei ha, viceversa, voluto pubblicamente ricordare al Paese (perfino sul sito web ufficiale della Presidenza della Repubblica), la figura di Bettino Craxi, morto dieci anni fa da pluripregiudicato e da latitante, in virtù di due sentenze definitive emesse in nome del popolo italiano. Lei ha detto che sull'ex presidente del Consiglio – continua Sonia Alfano – il peso della responsabilità per la corruzione del sistema politico era caduto con durezza senza eguali. Sono parole di gravità inaudita, perchè esse implicano o una pretesa ingiustizia di provvedimenti giurisdizionali irrevocabili, oppure conoscenza di altri responsabili di analoghi crimini sfuggiti alle maglie della giustizia.Mi chiedo, nel rispetto del Suo ruolo di garante della legalità costituzionale – conclude l'eurodeputata – se quelle Sue parole non rechino un vulnus, nella forma, alla autorevolezza di procedimenti giudiziari sviluppatisi nel rispetto delle leggi del Paese e, nella sostanza, all'eguale considerazione di tutti i condannati, appartenenti alla casta politica o meno che essi siano. Proprio di questi tempi sono in essere aberranti tentativi di abbattimento dei principi costituzionali di legalità e di eguaglianza dei cittadini. Pur involontariamente, le Sue parole di oggi rischiano di rafforzarli".

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