Dalla rubrica "A DOMANDA RISPONDO" di Furio Colombo sul Fatto di oggi.
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Furio Colombo
Caro Furio, si avvicina Il Giorno della Memoria e vorrei chiederti se ci credi come quando hai scritto la legge. Se continui a pensare che serve ancora.
Ippolita
SULLA ricorrenza detta “Il Giorno della Memoria” ( il 27 gennaio, anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz) ci sono due posizioni diverse che non sono “sì” e “no”. Ma “sì” e “se”. Provo a spiegarmi tornando ai giorni della legge.
1) Un evento come “Il Giorno della Memoria” non è dedicato agli italiani ebrei, che non dimenticano e a cui nessuno può dire ciò che è accaduto. E’ per gli italiani che sanno male, che sanno poco, che pensano che la Shoah sia una cattiveria tedesca con cui i cittadini del nostro paese non hanno avuto nulla a che fare. Purtroppo non è vero. La Shoah è un delitto italiano tanto quanto è un delitto tedesco. L’Italia ha approvato all’unanimità leggi razziali, perfette nel loro intento persecutorio. E hanno messo gli ebrei che vivevano in questo paese, italiani e no, a disposizione della persecuzione tedesca, privandoli di ogni tutela e diritto. E’ il delitto più grande, fra tanti, compiuto dall’Italia fascista.
2) Una cosa in più si può dire: l’intera, spaventosa vicenda europea (la persecuzione si è estesa dal Mediterraneo di Salonicco fino alla Russia e alla Norvegia) non avrebbe mai potuto compiersi senza la piena partecipazione dell’Italia, dei suoi funzionari, burocrati e forze armate all’ignobile progetto nazista. E il silenzio di tanti personaggi-guida, laici e religiosi. E’ vero che molti, fra le fila di coloro che avrebbero dovuto obbedire (militari, diplomatici) non hanno partecipato al tragico gioco e anzi hanno ostacolato, hanno salvato ebrei. E’ vero che era italiano (e originariamente fascista ) Giorgio Perlasca, l’uomo che da solo ha tenuto testa alla macchina persecutoria di Eichmann, in Ungheria, impedendo migliaia di deportazioni. Ma l’Italia c’era, con le sue leggi e il suo peso di allora, c’era e ha reso possibile l’estendersi europeo del piano di Hitler. Se non ci fosse un giorno dedicato al delitto italiano della Shoah qualcosa di troppo grande andrebbe perduto per sempre. Il Giorno della Memoria ci serve a ricordare che chi poteva parlare (quasi ogni personaggio noto e visibile della cultura, i vertici della Chiesa) non ha parlato. E questa triste verità riporta a oggi. Rivela l’opportunismo di chi, potendo parlare, trova più conveniente il silenzio anche di fronte a leggi delittuose.
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