sabato 20 novembre 2010

Bersani Rock o Lento?

Dal blog di Alexander Stille su Repubblica.it riporto un intervento di una studentessa che vive in america e che spiega come lei non di destra sia stata piu' toccata dalla parole di Fini che di Bersani a "Vieni via con me" il programma di Saviano (e di Fazio). Bersani, devo dire anch'io, mi ha fatto tristezza. E pensare che e' stato eletto al comando del partito democratico con lo slogan: Bersani Rock!

Dal sito http://stille.blogautore.repubblica.it/2010/11/20/fini-vs-bersani/?ref=HREA-1

Mi ha segnalato uno studente italiano della Columbia University, Francesca, un fatto singolare. Aveva guardato Pierluigi Bersani e Gianfranco Fini elencare i rispettivi valori della sinistra e della destra sul programma di Fabio Fazio. Pur non identificandosi come persona di destra, ha detto che aveva preferito di gran lunga l’elenco di Fini. Vedendo poi la trasmissione, è difficile non darle ragione.

La presentazione di Bersani era effettivamente noiosa e l’unico vero valore che ha espresso era difendere i più deboli contro i più forti, un richiamo ripetuto almeno quattro volte nell’elenco. Più che esprimere valori di fondo, Bersani sembrava difendere dei programmi sociali: la scuola pubblica, la salute pubblica, il diritto al lavoro, i diritti dei lavoratori precari a stipendi equi, e quasi sempre per la stessa ragione (indebolire la scuola pubblica significa danneggiare i più deboli). “Sentendo Bersani” ha detto Francesca “se non sapessi nulla di questi due signori, avrei pensato: questo alzerà le tasse, non lo voto.” Quelle che mi ha colpito nel discorso di Fini è che tutto sommato si poteva benissimo sostituire Destra con Sinistra nel titolo del discorso e l’intervento di Fini avrebbe avuto altrettanto senso, perché nonostante il fatto che amare la patria sia un valore della destra, Fini ha anche detto che essere di destra vuol dire essere solidali e generosi; non sono anche questi valori della sinistra? Fini con più efficacia, toccando corde più emotive, ha fatto dei richiami al senso dello Stato, a istituzioni autorevoli, meritocrazia, uguaglianza di opportunità, e a un sistema di giustizia dove la legge è uguale per tutti, che non tollera le clientele, dove chi sbaglia paga e chi segue le regole è premiato. Questi sono dei valori che toccano corde più profonde dell’elenco di programmi di Bersani ma paradossalmente sono tutti valori che un partito della Sinistra potrebbe benissimo abbracciare e fare suoi.

Non si capisce perché i partiti della Sinistra fanno così fatica a comunicare emotivamente con la maggioranza dell’elettorato e lascia a certe figure della destra di impadronirsi di valori che potrebbe benissimo utilizzare per ampliare il suo consenso.

È un peccato la prestazione di Bersani. Perché nel suo operato da Ministro lui ha effettivamente cercato di aprire certi mercati chiusi nella società italiana e di liberalizzare il mercato delle farmacie, dei notai, e altre categorie protette che godono di certi privilegi che sono anti-competitivi e che danneggiano sia i consumatori che i giovani che vogliono affermarsi in queste categorie. Per cui nel suo lavoro concreto ha voluto favorire uguaglianza di opportunità, competitività e merito, oltre al rispetto per le regole, ma non si capisce perché non riesce a spiegare questi valori come parte di una visione della sinistra.

Stranamente – e non è l’unico parallelo tra l’Italia e gli Stati Uniti – la stessa cosa avviene qui in America. La destra americana si è completamente impadronita di valori patriottici e non esita, a differenza di Fini, che si comporta con grande moderazione, a tacciare i Democratici come o non americani (Obama non è nato negli Stati Uniti, è un musulmano) oppure anti-americani (Obama mira a distruggere il sistema americano). Obama e i Democratici cercano di spiegare i dettagli della riforma sanitaria piuttosto che il loro piano finanziario senza esprimere in modo chiaro una loro visione del paese per toccare tasti più profondi.

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