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I media egiziani
I media egiziani
Tutti zitti su Mubarak
In Egitto è stata la rete a occuparsi senza remore dell'affaire Ruby. La stampa ufficiale ha appena sfiorato l'argomento. “Quando ci sono notizie, anche false, che riguardano direttamente il presidente Hosni Mubarak, i giornali e le televisioni vanno con i piedi di piombo”, ci dice il giornalista Issandr el Amrani. Il suo blog The Arabist è uno dei più seguiti dai giovani mediorientali e i suoi commenti alle vicende politiche internazionali sono argute analisi che poco hanno a che vedere con gli articoli ingessati pubblicati su buona parte dei media ufficiali. “La stampa egiziana è una stampa di regime – continua el Amrani che in Italia è ben conosciuto dai lettori del settimanale Internazionale, di cui è collaboratore – e quando succede qualcosa che tira in ballo Mubarak, prima di riferirne, bisogna essere sicuri che ciò non gli dispiaccia”. Anche quando il presidente Mubarak è vittima inconsapevole? “Sì, anche in questo caso. Anche se Mubarak non c'entra niente, di certo non è opportuno insistere sul fatto che un altro uomo politico abbia usato il suo nome per le sue sordide vicende private”. Vuol dire che una notizia del genere induce a pensare che Mubarak è così debole e poco stimato da poter essere usato dal premier di un altro Paese per scopi illeciti ? “Sì, possiamo metterla in questo modo. Ma diciamo che l'affaire Ruby è anche qualcosa di veramente imbarazzante per tutto il mondo della politica. E' un fatto unico nella storia degli incidenti diplomatici. Non si era mai visto un primo ministro sfruttare in modo così plateale le buone relazioni con il capo di un altro Stato, per trovare una giustificazione plausibile a un reato che stava commettendo. Certo è subito emerso che il vostro Premier avesse mentito. In Egitto nessuno ha dubitato della totale estranietà della famiglia di Mubarak in questa sordida vicenda. Ma anche per un nostro strano concetto del rispetto, qui si è preferito non dare troppo risalto alla vicenda”. Nonostante Ruby Rubacuori non avesse, e non abbia alcun grado di parentela con il vecchio e malato dittatore egiziano, nessuno al Cairo ha considerato opportuno sottolineare che Mubarak sia stato utilizzato come alibi dal suo alleato Berlusconi. Meglio far finta di niente, almeno pubblicamente. “Il titolo del mio post era proprio questo, Mubarak trasformato in alibi del Premier italiano che ha usato il suo nome per mentire e abusare del proprio ruolo istituzionale. Ho sottolineato anche le buone relazioni tra i due perchè è la dimostrazione che ormai non ci si può più fidare nemmeno degli amici. Scherzi a parte – ironizza el Amrani – va anche detto che l'atteggiamento del vostro premier è stato doppiamente indelicato, per non dire di peggio”. A Mubarak l'anno scorso è morto un giovane nipote in modo tragico. Per lui e la sua famiglia è stato un evento davvero doloroso e la trovata di Berlusconi non sarà stata presa solo come il patetico tentativo di trovare una scusa ai propri errori.
Roberta Zunini
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