mercoledì 17 dicembre 2008

6 punti per migliorare la Giustizia

Si può migliorare il sistema giudiziario in Italia senza distruggere l'autonomia del terzo potere?

Di Pietro dice la sua. In sostanza bisogna investire sulla magistratura e renderla più efficiente con alcune modifiche del sistema attuale. Qui in una intervista indica 6 punti necessari per migliorare la situazione. È tutto fattibile a breve, non c'è bisogno di ricattare il parlamento come ha fatto Berlusconi che per avere il Lodo Alfano ha minacciato di bloccare 100.000 processi!

Dal sito di Di Pietro:

"L'Italia dei Valori ha già presentato, e lo voglio dire al mio amico Walter, ben 21 disegni di legge, alla Camera e al Senato. Abbiamo messo, sul tavolo istituzionale, disegni di legge dove non si parla di riforme dei massimi sistemi, di divisione del Csm, della discrezionalità dell'azione penale ... Non parlano di massimi sistemi, ma di cose concrete, tra cui:

  1. l'aumento del 30% delle risorse finanziarie attraverso il ricorso a quelli che sono i fondi attualmente sequestrati e confiscati;
  2. l'aumento del 30% del personale para giudiziario che è stato ridotto con la legge Brunetta;
  3. la riduzione dei tempi processuali attraverso una rivisitazione del sistema delle impugnazioni e delle notificazioni;
  4. la risistemazione e ridefinizione delle circoscrizioni giudiziarie, perché ci sono alcuni tribunali che sono pieni di carte e altri pieni di ferie;
  5. l'eliminazione totale di tutti gli incarichi esterni dei magistrati, cosi che tornino a fare i magistrati.
  6. C'è, inoltre, una magistratura che si chiama “magistratura militare”, oltre a quella onoraria. Questi magistrati, che hanno studiato e hanno fatto il concorso, invece di far niente, dobbiamo impiegarli nel civile.
Sa qual'è la differenza tra me ed Alfano? Che lui ha depositato il “Lodo Alfano”, io ho depositato i 21 disegni di legge per far funzionare la Giustizia. Lui per fermarla, io per farla camminare. Scegliete voi."

1 commento:

Nadia ha detto...

"Vi fidate dell´ordine attuale della società senza pensare che tale ordine è soggetto a inevitabili rivoluzioni e che vi è impossibile tanto prevedere quanto prevenire quella che riguarda i vostri figli. Il grande diventa piccolo, il ricco diventa povero, il monarca diventa suddito; i colpi del destino sono forse così rari che voi possiate ritenervene indenni? Ci avviciniamo a un periodo di crisi e al secolo delle rivoluzioni. Chi può prevedere ciò che diventerete? Tutto ciò che gli uomini fanno, gli uomini possono distruggerlo; gli unici segni indelebili sono quelli impressi dalla natura, e la natura non crea né príncipi, né ricchi, né gran signori. Cosa farà dunque, nella bassezza, quel satrapo che avrete allevato solo per la grandezza? Cosa farà nella povertà quel pubblicano che sa vivere soltanto nell´oro? Cosa farà, sprovvisto di tutto, quel fastoso imbecille che non sa avvalersi di sé stesso e si affida solo a ciò che è estraneo a lui? Fortunato quindi chi sa abbandonare la condizione che lo abbandona, e rimanere uomo a dispetto della sorte! Che si lodi quanto si vorrà il re sconfitto che come un folle vuol essere sepolto sotto le macerie del suo trono; per lui io provo disprezzo; vedo che egli esiste solo con la sua corona in testa, e che non è più nulla se non è re; ma colui che la perde e sa farne a meno è allora al di sopra di essa. Dal rango di re, che un vile, un malvagio, un folle può adempiere come chiunque altro, sale alla condizione di uomo, che pochi uomini sanno adempiere..." (J.J. Rousseau, Emile, 1762)