martedì 18 agosto 2009

Chiusura dei consolati italiani

Riporto la lettera aperta di Gino Costagli sul Corriere d'Italia sul problema della possibile chiusura dei consolati e delle agenzie consolari (come quella nostra di Mannheim) in Germania (e non solo).


"Caro Mauro, ti racconto una storia tutta italiana di sperpero del nostro denaro, di come è disorganizzato il Ministero degli esteri italiano all'interno della EU ed in particolare in una parte della Germania.

Abito da qualche anno a Mannheim in Germania, centro della regione metropolitana Reno-Neckar dal nome dei due fiumi che qui confluiscono (5.637 Kmq. come la provincia di Roma e 2,4 milioni di abitanti) fanno parte dell'area metropolitana 8 città e 7 circondari di tre Länder (Baden- Württemberg, Assia e Renania Palatinato). In quest'area vivono circa 50.000 italiani. http://www.rhein-neckar-dreieck.de, http://www.m-r-n.com (allego la versione in italiano). Che c'entra l'Italia? A Mannheim (320.000 abitanti di cui circa 10.000 italiani), c'è una agenzia consolare, un appartamento di sei locali più servizi 140 mq. in affitto, costo annuo compreso acqua, luce e riscaldamento € 40.000 + € 10.000 per la rete mediale e la cancelleria per servire i bisogni degli italiani, con tanto di rappresentante accreditato presso le autorità locali, con 3 impiegati della Farnesina e 3 impiegati assunti localmente, che il sottosegretario Mantica vuole chiudere alla fine dell'anno per risparmiare 50.000 € (i dipendenti vengono trasferiti in altre sedi). A tale proposito allego una scheda, dove i pensatori del Mae indicano i risparmi ottenibili per aree geografiche. Al di là del Reno (200 metri), c'è Ludwigshafen (160.000 abitanti di cui oltre 6.000 italiani), di questi un gran numero lavora a Mannheim, viene a fare la spesa a Mannheim con la bicicletta, col tram, con l'auto o a piedi, molte famiglie sono divise tra le due città. Gli italiani di Ludwigshafen però non possono venire all'agenzia di Mannheim, devono andare al Consolato di Francoforte, che dista oltre 80 Km., per questo motivo il Consolato di Francoforte ha aperto un ufficio a Ludwigshafen, con tanto di segretaria e il “corrispondente consolare” lunedì va a Francoforte a portare i documenti come un corriere, lui dice che va in macchina a Francoforte, ma sia che vada con l'auto, sia che vada in treno deve passare da Mannheim e il destino vuole che passi davanti alla agenzia consolare di Mannheim. Gli immigrati, che vivono qua, a meno di 600 Km. da Milano, sono soli e abbandonati a se stessi, ci si interessa di loro solo per le elezioni, nessuno altro interesse per queste comunità di italiani che con grandi sacrifici sono venuti in Germania, per lo Stato italiano sono in Germania, per i tedeschi sono “italiener”, solo la Chiesa si accorge di loro e ahimè la mafia (vedi Duisburg), lei sa che ci sono molti buoni clienti qua. Che strani questi immigrati, forse perché sono gli immigrati venuti in Germania nei primi anni '60, quando dopo la creazione della C.e.c.a. la Germania aveva bisogno di manodopera e i governi siglarono un accordo italo-tedesco a fronte del quale per ogni italiano che veniva a lavorare in Germania con contratto regolare, l'Italia riceveva in cambio tre vagoni di carbone (tanto valeva per gli italiani un “Terrone”, dato che sono per la maggior parte siciliani, calabresi, pugliesi e campani). Continuando, più a Sud lungo il Reno, in Francia c'è Strasburgo, la capitale europea ha una rappresentanza ed un Istituto della Cultura Italiano, continuando sul fiume Reno, sul lato tedesco a 107 Km. da Strasburgo si incontra Friburgo un centro di 100.000 abitanti, dove c'è un Consolato d'Italia (struttura con circa 30 dipendenti del Mae), poi, di la dal Reno in Francia a Mulhouse, altra cittadina di 100.000 abitanti, c'è un altro Consolato d'Italia, e infine in Svizzera incontriamo Basilea che è sul Reno, dove c'è un Consolato Generale d'Italia con più di 50 dipendenti, (distanze: Basilea- Mulhouse 22 Km., Mulhouse-Friburgo 60 Km., Friburgo-Basilea 71 Km.). Non si può credere, ma continuando a guardare i contenuti del documento del Mae, si vede che oltre a Mannheim vogliono sopprimere Mulhouse, e dove andranno gli italiani della zona? A 232 Km., a Metz e non a 22 km., a Basilea o a Friburgo; vogliono chiudere Saarbrücken e dove andranno gli italiani della zona? A 202 km., a Francoforte, non a 79 Km, a Metz, sia Saarbrücken che Metz sono sulla linea ferroviaria veloce Mannheim-Parigi (le ferrovie tedesche fanno una grande campagna pubblicitaria su questo tratto). Ma sono iscritto all'anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) che mi risulta sia a Roma c/o il Mae, se vado in ufficio del Mae italiano, questo credo sia collegato con l'Aire di Roma. Perciò cosa importa se sono in Svizzera, Germania, Francia o altro, stiamo parlando dell'Europa, mi sembra che da molti anni si possa circolare liberamente. Veniamo ora agli stipendi, i dirigenti di queste strutture, pubblicati sul sito del Mae, hanno una retribuzione annua che va da un minimo di € 105.516,82 ad un massimo di € 180.162,76 ovviamente escluse le spese rimborsabili. Si capisce solo da questo che il costo di un Consolato è esponenziale a quello di una Agenzia, come dire ai 3 Consolati di Basilea, Friburgo e Mulhouse i 50.000 Euro di Mannheim, non bastano per un giorno. A questo punto fatta una fotografia anche se parziale, in quanto le “Rappresentanze” dopo l'Ambasciata sono di molti livelli e questo vale per il numero di addetti, per il tipo di stipendi, ad esempio un Consolato Generale gestisce gli insegnanti di lingua italiana inviati ad insegnare l'italiano ai figli degli italiani, ovviamente senza nessun tipo di coordinamento didattico con la scuola tedesca. A questo punto dicevamo, non si capisce in base a quale ragionamento logico, si voglia chiudere una piccola rappresentanza, che può servire un'area metropolitana con più di 50.000 italiani. Più in particolare, non si capisce la “funzione Diplomatica” di tutti questi dirigenti, né la loro efficienza/efficacia, siamo all'interno dell'Europa, vicini alla Capitale e trasformando le attuali strutture Consolari, in Uffici più piccoli, come ad esempio quello di Mannheim, si possono trovare risparmi molto più significativi. Senza sopprimere, la soppressione di una rappresentanza, ha un sapore molto amaro per i nostri espatriati, perché sentono che la loro Patria li considera ancora alla stregua di tre vagoni di carbone.

Un caro saluto"

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