venerdì 28 agosto 2009

Buon compleanno Emergency



Questo post è dedicato alla newsletter di Emergency che ci informa delle attività di settembre per festeggiare i 15 anni di attività dei volontari. "Aiutaci a combattere la guerra ad armi pari" e’ lo slogan del nuovo spot sociale di Emergency.

Diffondete.

Dalla Newsletter di Emergency:

BUON COMPLEANNO, EMERGENCY

Sono passati quindici anni dal 1994, anno della nascita di Emergency e del primo intervento nel Ruanda devastato dalla guerra civile. In quindici anni, oltre tre milioni di persone sono state curate gratuitamente in Afganistan, Algeria, Angola, Cambogia, Eritrea, Iraq, Palestina, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sudan e in Italia.

Per celebrare i (primi) 15 anni di attivita', Emergency ha deciso di trasformare il raduno nazionale dei volontari nella sua prima "Festa nazionale" con molti appuntamenti aperti al pubblico. A Firenze, al Mandela Forum e a Firenze Fiera, dall'8 al 13 settembre, spettacoli, dibattiti, incontri per conoscere il lavoro dell'associazione e per ragionare sul passato, sul presente e sul futuro dell'Ong fondata da Gino Strada..


Nella citta' toscana si sveleranno al pubblico i segreti di ospedali efficienti e con standard di cura elevatissimi:

Mercoledi' 9 settembre alle 15.00, l'incontro "Come si costruisce un ospedale modello: i centri di Emergency dalla missione esplorativa, alla progettazione, al mantenimento". Sabato 12 e domenica 13, al mattino, medici e infermieri racconteranno i nuovi obiettivi dell'associazione e le attivita' degli ospedali di Emergency nel mondo.


Spazio anche per i dibattiti "politici" organizzati da PeaceReporter:

Martedi' alle 18.00, sara' l'Afganistan alla ribalta: "Una missione diversamente difensiva" il titolo dell'incontro per fare il punto su una guerra che vede sempre piu' coinvolti i militari italiani.
Introdurra' Enrico Piovesana con Nico Piro, inviato del Tg3, il direttore di Analisi Difesa Gianandrea Gaiani, il giornalista Emanuele Giordana, il generale Fabio Mini e Marco Garatti, chirurgo di Emergency di ritorno da Lashkar-gah, capoluogo del distretto di Helmand, teatro della grande offensiva statunitense di questa estate.
Giovedi', sempre alle 18.00, si parlera' di "I soldi per armi e guerra: un pessimo investimento" con esperti del settore, tra cui Paolo Busoni, Angelo Baracca, Valter Bovolenta e Francesco Vignarca. Sabato, infine, "Il razzismo: una strana malattia", con lo scrittore Erri De Luca, Don Virginio Colmegna della Casa della Carita' e Gabriele del Grande, fondatore di Fortress Europe.


Molti gli spettacoli in programma:

Presso Firenze Fiera, martedi' 8 alle 21.00, "Venezia - Londra - New York - Firenze. Il cinema dei diritti" con la proiezione di: "Domani torno a casa" film-documentario di Fabrizio Lazzaretti e Paolo Santolini girato tra Afganistan e Sudan.
Mercoledi' 9 alle 21.00, sara' la volta di Lella Costa, che portera' a Firenze un suo recital. Giovedi' 10 alla stessa ora tocchera' a Moni Ovadia con il suo classico e piu' apprezzato spettacolo teatrale: "Oylem Goylem". Venerdi' e sabato il palco del Mandela Forum ospitera' alcuni grandi amici di Emergency. Venerdi' alle 21.30 Gino Strada e Diego Cugia, il Jack Folla di Alcatraz, "giocheranno" con la storia e con il futuro dell'associazione - e con quello del nostro paese - insieme a Fiorella Mannoia, Gianni Mura, Vauro e Marco Paolini. Sabato alle 21.30, Serena Dandini condurra' una serata in cui si alterneranno tra gli altri Antonio Cornacchione, Bebo Storti, Gaspare e Zuzzurro, Dario Vergassola.


Guarda lo spot dell'incontro nazionale: http://firenze.emergency.it

Tutti gli aggiornamenti su http://firenze.emergency.it

sabato 22 agosto 2009

La politica vera

Riporto un post di Piero Ricca che apre una finestra sulla politica vera, non la fiction a cui siamo abituati. PD e PDL a confronto sul campo. Leggere queste cose è illuminante. Questa ciurmaglia al potere riesce sempre a superare se stessa. Leggete il post:

Gli amici Duccio ed Elia, in Versilia, hanno assistito, stoicamente astenendosi dal lancio di ortaggi, a un imperdibile dibattito fra Denis Verdini, triumviro del Pdl, e Piero Fassino, marito di Anna Serafini. Ecco il resoconto di Duccio, da cui emerge un Verdini in forma smagliante.

Marina di Pietrasanta, festival de “La Versiliana”, spazio “Il caffè”. In mezzo ad una pineta incantevole, martedì 18 agosto, s’è tenuto un dibattito sul tema: “Il futuro politico: di destra o di sinistra?”. Gli ospiti d’onore sono due “nuovi” per eccellenza: Piero Fassino e Denis Verdini. Il clima è quello della chiacchierata tra vecchi colleghi. Arrivano insieme, Denis e Piero, parlottando amichevolmente.

Il moderatore è Romano Battaglia, un trimalcione vestito di tutto punto, incapace persino di lanciare due secondi di pubblicità. La domanda jolly di Battaglia vien posta nel finale: “Ma allora la D’Addario chi la pagava? E’ vero che dietro a tutto c’era D’Alema?”. Verdini bofonchia, Fassino finge di non aver prestato attenzione. Alla fine però è lo stesso Battaglia a censurarsi: “Parliamo di cose serie e non di fesserie e chiacchiericcio”. Applausi del pubblico.

Due i giornalisti ficcanti del dibattito: Angela Marielli e Mario Prignano. La prima del Gr Rai, il secondo di Libero. La prima si smarca e mette in mostra con una scomoda domanda che irriterà persino i ben vestiti tra il pubblico: “Come ve la immaginate l’Italia nel 2030?”. Uno tra il pubblico urla in toscano: “in mutande!”.
Prignano è ancor più sottile. Mentre Fassino continua imperterrito a dimostrare la propria inutilità politica, dal momento che rinnega ogni principio base di “sinistra”, Prignano solleva – giustamente – il quid della mediaticità del successo di Debora Serracchiani. Fassino, che se la ritrova in squadra a sostegno di Franceschini, offre il fianco: “in politica l’importante è anche saper esser mediatici; ormai la politica è mediatizzazione”. Verdini: “Fassino è molto berlusconiano in questo”. Prignano gongola: “allora avevamo ragione noi!”. Noi chi? Mistero.

I temi emersi durante il teatrino sono sostanzialmente due: quanto ci stanno “sulle palle” gli immigrati e, ma non in seconda luce, che cosa mai farà la Lega Nord per indebolire San Silvio. Verdini è in forma smagliante, Fassino si prende “buu” e fischi aspri. Il primo si vanta di meriti inesistenti o rilancia fandonie elevate a senso comune, il secondo è contestato come il solito sinistrorso inconcludente e solidale verso i clandestini.

Argomento Lega Nord: Fassino fa le coccole a Galan, governatore Pdl del Veneto, per spostare l’asse tra il Carroccio e il partito di Berlusconi. La geniale trovata dell’ex segretario Ds è quella di sostenere un’eventuale lista civica di Galan alle prossime elezioni. Come abbiamo fatto a non pensarci prima? La tifoseria Pd sparsa tra i tavoli de “Il caffè” si guarda un po’ sgomenta. Salta fuori ancora la storia dell’alleanza con il partito di Casini e Cuffaro (oltreché di De Mita). Il problema è che di queste noiose querelle non se ne fa niente nessuno. “Le persone presenti volevano sentire risposte ai problemi concreti”, sbotta un signore durante lo “spazio domande”. Dopo una buona mezz’ora di “Galan sì, Galan no”, ci si immerge nella palude “immigrazione sì, immigrazione no”.

Quando Fassino cerca maldestramente di imbastire un ragionamento su immigrati, colf e cultura dell’integrazione, Verdini lo ammutolisce con una favoletta da bar sport: “Piero, io sono andato in un albergo l’altro giorno. Sai che non c’era il Cristo (sic!) ma il tappetino per pregare?!”. Il pubblico è feroce, imbestialito. “Fassino, è colpa tua!”, butta lì un signore dal parterre “riservato” a imprenditori o politici del posto. I giornalisti dormono, il trimalcione vestito di tutto punto lancia ogni tanto “due secondi di pubblicità”. Sempre Verdini, questa volta alla giornalista del Gr: “A lei piace il velo?”. Elia, stremato dallo spettacolo, gli grida: “Meglio le veline, eh Verdini!”. Un signore in camicia aperta, crocefisso e moglie al seguito si volta con gli occhi iniettati di sangue: “Meglio le veline, certo!”.

Ma Fassino non ci sta: “io non sono mica uno che dice che siccome uno c’ha gli occhi e la bocca allora è mio fratello!”. Schiaffo alla Carta dei Diritti dell’Uomo. E poi ancora: “io quando il Governo faceva i respingimenti (termine inventato da La Russa per giustificare crimini contro l’umanità, ndr) ero uno di quelli che diceva sì”. Il quadro è piuttosto chiaro: Fassino cerca in tutti i modi di atteggiarsi a sceriffo dal pugno di ferro mentre Verdini attende la pausa dell’avversario per sparacchiare fesserie e cogliere applausi rabbiosi. A un certo punto Verdini rompe gli indugi: “Piero, a me il chador mi sta sulle palle!”. Fassino arretra, quasi con le orecchie basse.

Dopo qualche domanda del pubblico e la consegna di profumi e altri omaggi ai partecipanti al dibattito, termina nel tardo pomeriggio l’avvincente testa a testa. Pur non avendo detto niente, stravince Verdini. A questo punto Elia ed io ci avviciniamo al palchetto, sopra di noi la grande scritta che riporta gli sponsor de “La Versiliana”. Uno su tutti: il locale Twiga di Flavio Briatore. Fassino stringe mani e raccoglie qualche espressione di stima da parte di pochi sostenitori. Poi si fa vicino: “Piero, ma le telefonate di Latorre le autorizzate o continuate a salvarvi?”, Fassino sorridente: “Io in Senato non ci sto”; rincariamo la dose: “Lei è un leader di riferimento; perché non le avete autorizzate?”, Fassino: “Io le mie avevo detto di usarle”. Furbastro. “Ma lei non era indagato”, Fassino: “Ok”. Ancora: “Si dice cane non mangia cane”; Fassino sgattaiola via. “Perché volevate scalare una banca Piero?”. Fassino se ne va.

Verdini invece è circondato da telecamere, fan, tifosi e qualche doppiopetto. Ci avviciniamo anche a lui: “Verdini, a proposito dell’antimafia dei fatti, avere Dell’Utri in Parlamento è un segnale concreto di antimafia?”, Verdini fa il costituzionalista (lui): “la sentenza è di primo grado, voi volete uno stato che processi chi gli sta scomodo come avete fatto per Andreotti per poi dire che era innocente”. “No, fino al 1980 non è assolto, è prescritto. Il reato è commesso ma prescritto, per decorrenza dei termini”. Verdini la butta in vacca: “l’avete letta la sentenza Andreotti? voi volete i processi sommari, io sono con la Costituzione”. Proviamo a ricordargli Borsellino: “la questione morale l’ha mai sentita nominare?”. Verdini spazientito per la citazione ribatte: “quel processo è sbagliato, così come quello ad Andreotti”. Decide lui. Per un secondo si volta dall’altra parte. Rilanciamo: “ma il comune di Fondi lo sciogliete o aspettate ancora?”. Verdini morbido: “non c’è nessun indagato, non c’è fretta, il Viminale sta facendo accertamenti”. Da un anno. Tra una stretta di mano e un tiro di sigaretta, Verdini abbandona il palchetto. Appena fuori dallo spazio dibattiti mi prende a braccetto e fa per spiegarmi l’abc della politica: “Vedi, anche su Bologna, i giudici hanno sbagliato”. “E chi sarebbero stati, i palestinesi?”. Verdini si fa oracolo: “vedrai che tra poco ci saranno sviluppi”. “E lei che autorità ha per affermare una cosa del genere?”. Verdini, certo dei suoi antenati: “l’ha detto il presidente emerito Cossiga”. Eh beh. E poi ancora: “Fioravanti ha confessato tutti i suoi omicidi tranne Bologna, ci sarà un motivo no?”, questa la prova inconfutabile dell’innocenza del terrorista nero.

Nuovo salto d’argomento: “io ricordo un grande siciliano, Leonardo Sciascia”, e via ancora con la storia dei “professionisti dell’antimafia”, boutade cara a Vittorio Sgarbi. “Io sono contro la mafia e contro l’antimafia, io sono contro i pentiti”. Proviamo a ricordare la storia: “ma se anche Falcone rivendicò l’importanza dei collaboratori di giustizia, Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno”. Verdini taglia corto: “quanti sono ’sti pentiti? Duemila! Son troppi, lo capisci? Cos’hai risolto con duemila pentiti? Niente, quindi non servono”. Poi un sobrio richiamo ai paradisi fiscali: “Ce li hanno tutti, la piccola Olanda ne ha quaranta, noi solo uno sotto controllo che è San Marino”. In conclusione, dopo l’ennesimo confronto con Elia sul caso Fondi e l’immobilismo del governo, Verdini strappa la “vittoria” quando ci si addentra nel tema “ballerine”. Di fronte alla contraddizione di un premier una volta al family day e una volta con l’ape regina, Verdini compie il miracolo: “tu sei credente?”. Noi: “che c’entra?”. Lui: “vedi, che te ne frega!?”. A lato giunge un signore sulla sessantina che ricorda a Verdini: “il presidente del consiglio è un personaggio pubblico, non può mentire!”; Verdini si supera: “vorrei vedere te a letto che cosa combini!”. Chapeau.

venerdì 21 agosto 2009

De Magistris per la Calabria

Un articolo scritto da Di Pietro e De Magistris sulla nuova legge in Calabria per l'elezione del Presidente della Giunta Regionale, sulla quale i due sollevano dei dubbi.

Da Wiki: "Luigi De Magistris è stato eletto al Parlamento di Strasburgo durante la tornata europea del 6 e 7 giugno 2009 risultando il più votato d'Italia, dopo Silvio Berlusconi, con 415 646 preferenze. In data 20 luglio 2009 è stato eletto presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario."

De Magistris è stato eletto parlamentare europeo con moltissimi voti, ma non dimentica i problemi italiani in Italia.

"Sono diversi i punti della legge, approvata in piena estate dalla Regione Calabria e che rende obbligatorio il ricorso alle primarie per l’elezione del Presidente della Giunta Regionale, su cui si posso sollevare dubbi. Ne citeremo alcuni.

Il primo riguarda le operazioni elettorali. Si prevede infatti che ciascun elettore esprima il proprio voto scegliendo la scheda della lista, o della coalizione di liste, per cui intende votare. Così al seggio, al momento della scelta, le intenzioni di voto dell’elettore diventano note. Fatto, questo, che viola uno dei cardini della democrazia rendendo la legge incostituzionale: la segretezza del voto.

Se si pensa al consenso diffuso che ha ottenuto questa legge in Consiglio Regionale, c’è di che preoccuparsi politicamente. Non si tratta quindi di un errore del legislatore, ma di una scelta consapevole che testimonia quanto paura fermenti nella casta politica trasversalmente aggrappata al potere. Le recenti elezioni europee hanno infatti evidenziato come in Calabria sia diffuso un voto di opinione libero, di cui la casta che governa da anni la Regione, da sinistra a destra, ha così paura da arrivare all’approvazione di una legge come questa.

Che le succederebbe se il voto libero di opinione diventasse la regola e non l’eccezione, in una Regione in cui il controllo del voto da parte della criminalità organizzata e del sistema castale affaristico della politica è molto forte? Non si deve dimenticare che il voto di scambio – in cui si annida talvolta anche il mercimonio delle funzioni pubbliche – è una pratica diffusa in tutta la politica calabrese.

Non meraviglia nemmeno che il legislatore regionale non si sia reso conto che, in tal modo, diviene ancor più forte il controllo elettorale da parte della criminalità mafiosa: il contrasto alle mafie non è mai stata una priorità di questa consiliatura regionale.

Altro punto della legge eticamente riprovevole, soprattutto in una Regione che si contraddistingue per lo sperpero del denaro pubblico, è quello che prevede che il costo di queste primarie ed il rimborso delle spese (tutt’altro che irrilevanti) sia a carico dei calabresi. Così al danno si aggiunge la beffa: una legge che consolida la capacità di inquinamento democratico da parte della ‘ndrangheta e difende il sistema affaristico di potere viene pagata dai contribuenti calabresi.

Altro aspetto, moralmente inaccettabile e giuridicamente incostituzionale, è la dicotomia tra la relazione introduttiva alla legge e la legge stessa. Si parte da una premessa anche condivisibile -cioè che le primarie possono essere uno strumento per avvicinare le persone alla politica-, che viene però negata quando si rende obbligatoria una partecipazione nelle modalità sopradescritte. E lo si fa, per altro, per mezzo di una legge regionale.

Il tasso di democraticità di un Paese, e di una Regione, si misura anche dalla sua legge elettorale. In Calabria abbiamo una piccola “legge truffa”, non troppo distante nelle finalità da quella del ’53 firmata da Scelba. I cittadini sono ingannati facendo creder loro che è stato approvato uno strumento di democrazia, si svuota la Costituzione con una legge ordinaria (modalità tipiche del periodo di decadenza imperiale del berlusconismo), si mortificano le primarie (che non sono tali), si rafforza il peso della mafia e del suo legame con la politica, si consolida il controllo del territorio da parte della casta incollata alle poltrone e accecata dai suoi interessi affaristici.

Tutto questo quando in Calabria comincia a soffiare il vento del cambiamento che vede protagonista la società civile, a cui l’Italia dei Valori non farà mai mancare il suo apporto. Anche per le suddette ragioni, dunque, l’Italia dei Valori non potrà sostenere alle prossime elezioni regionali la candidatura a Presidente della Regione di coloro che hanno sostenuto, sostengono o sosterranno questa legge truffa."

Antonio Di Pietro
Luigi de Magistris

martedì 18 agosto 2009

Chiusura dei consolati italiani

Riporto la lettera aperta di Gino Costagli sul Corriere d'Italia sul problema della possibile chiusura dei consolati e delle agenzie consolari (come quella nostra di Mannheim) in Germania (e non solo).


"Caro Mauro, ti racconto una storia tutta italiana di sperpero del nostro denaro, di come è disorganizzato il Ministero degli esteri italiano all'interno della EU ed in particolare in una parte della Germania.

Abito da qualche anno a Mannheim in Germania, centro della regione metropolitana Reno-Neckar dal nome dei due fiumi che qui confluiscono (5.637 Kmq. come la provincia di Roma e 2,4 milioni di abitanti) fanno parte dell'area metropolitana 8 città e 7 circondari di tre Länder (Baden- Württemberg, Assia e Renania Palatinato). In quest'area vivono circa 50.000 italiani. http://www.rhein-neckar-dreieck.de, http://www.m-r-n.com (allego la versione in italiano). Che c'entra l'Italia? A Mannheim (320.000 abitanti di cui circa 10.000 italiani), c'è una agenzia consolare, un appartamento di sei locali più servizi 140 mq. in affitto, costo annuo compreso acqua, luce e riscaldamento € 40.000 + € 10.000 per la rete mediale e la cancelleria per servire i bisogni degli italiani, con tanto di rappresentante accreditato presso le autorità locali, con 3 impiegati della Farnesina e 3 impiegati assunti localmente, che il sottosegretario Mantica vuole chiudere alla fine dell'anno per risparmiare 50.000 € (i dipendenti vengono trasferiti in altre sedi). A tale proposito allego una scheda, dove i pensatori del Mae indicano i risparmi ottenibili per aree geografiche. Al di là del Reno (200 metri), c'è Ludwigshafen (160.000 abitanti di cui oltre 6.000 italiani), di questi un gran numero lavora a Mannheim, viene a fare la spesa a Mannheim con la bicicletta, col tram, con l'auto o a piedi, molte famiglie sono divise tra le due città. Gli italiani di Ludwigshafen però non possono venire all'agenzia di Mannheim, devono andare al Consolato di Francoforte, che dista oltre 80 Km., per questo motivo il Consolato di Francoforte ha aperto un ufficio a Ludwigshafen, con tanto di segretaria e il “corrispondente consolare” lunedì va a Francoforte a portare i documenti come un corriere, lui dice che va in macchina a Francoforte, ma sia che vada con l'auto, sia che vada in treno deve passare da Mannheim e il destino vuole che passi davanti alla agenzia consolare di Mannheim. Gli immigrati, che vivono qua, a meno di 600 Km. da Milano, sono soli e abbandonati a se stessi, ci si interessa di loro solo per le elezioni, nessuno altro interesse per queste comunità di italiani che con grandi sacrifici sono venuti in Germania, per lo Stato italiano sono in Germania, per i tedeschi sono “italiener”, solo la Chiesa si accorge di loro e ahimè la mafia (vedi Duisburg), lei sa che ci sono molti buoni clienti qua. Che strani questi immigrati, forse perché sono gli immigrati venuti in Germania nei primi anni '60, quando dopo la creazione della C.e.c.a. la Germania aveva bisogno di manodopera e i governi siglarono un accordo italo-tedesco a fronte del quale per ogni italiano che veniva a lavorare in Germania con contratto regolare, l'Italia riceveva in cambio tre vagoni di carbone (tanto valeva per gli italiani un “Terrone”, dato che sono per la maggior parte siciliani, calabresi, pugliesi e campani). Continuando, più a Sud lungo il Reno, in Francia c'è Strasburgo, la capitale europea ha una rappresentanza ed un Istituto della Cultura Italiano, continuando sul fiume Reno, sul lato tedesco a 107 Km. da Strasburgo si incontra Friburgo un centro di 100.000 abitanti, dove c'è un Consolato d'Italia (struttura con circa 30 dipendenti del Mae), poi, di la dal Reno in Francia a Mulhouse, altra cittadina di 100.000 abitanti, c'è un altro Consolato d'Italia, e infine in Svizzera incontriamo Basilea che è sul Reno, dove c'è un Consolato Generale d'Italia con più di 50 dipendenti, (distanze: Basilea- Mulhouse 22 Km., Mulhouse-Friburgo 60 Km., Friburgo-Basilea 71 Km.). Non si può credere, ma continuando a guardare i contenuti del documento del Mae, si vede che oltre a Mannheim vogliono sopprimere Mulhouse, e dove andranno gli italiani della zona? A 232 Km., a Metz e non a 22 km., a Basilea o a Friburgo; vogliono chiudere Saarbrücken e dove andranno gli italiani della zona? A 202 km., a Francoforte, non a 79 Km, a Metz, sia Saarbrücken che Metz sono sulla linea ferroviaria veloce Mannheim-Parigi (le ferrovie tedesche fanno una grande campagna pubblicitaria su questo tratto). Ma sono iscritto all'anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) che mi risulta sia a Roma c/o il Mae, se vado in ufficio del Mae italiano, questo credo sia collegato con l'Aire di Roma. Perciò cosa importa se sono in Svizzera, Germania, Francia o altro, stiamo parlando dell'Europa, mi sembra che da molti anni si possa circolare liberamente. Veniamo ora agli stipendi, i dirigenti di queste strutture, pubblicati sul sito del Mae, hanno una retribuzione annua che va da un minimo di € 105.516,82 ad un massimo di € 180.162,76 ovviamente escluse le spese rimborsabili. Si capisce solo da questo che il costo di un Consolato è esponenziale a quello di una Agenzia, come dire ai 3 Consolati di Basilea, Friburgo e Mulhouse i 50.000 Euro di Mannheim, non bastano per un giorno. A questo punto fatta una fotografia anche se parziale, in quanto le “Rappresentanze” dopo l'Ambasciata sono di molti livelli e questo vale per il numero di addetti, per il tipo di stipendi, ad esempio un Consolato Generale gestisce gli insegnanti di lingua italiana inviati ad insegnare l'italiano ai figli degli italiani, ovviamente senza nessun tipo di coordinamento didattico con la scuola tedesca. A questo punto dicevamo, non si capisce in base a quale ragionamento logico, si voglia chiudere una piccola rappresentanza, che può servire un'area metropolitana con più di 50.000 italiani. Più in particolare, non si capisce la “funzione Diplomatica” di tutti questi dirigenti, né la loro efficienza/efficacia, siamo all'interno dell'Europa, vicini alla Capitale e trasformando le attuali strutture Consolari, in Uffici più piccoli, come ad esempio quello di Mannheim, si possono trovare risparmi molto più significativi. Senza sopprimere, la soppressione di una rappresentanza, ha un sapore molto amaro per i nostri espatriati, perché sentono che la loro Patria li considera ancora alla stregua di tre vagoni di carbone.

Un caro saluto"

giovedì 13 agosto 2009

Laboratori di esperienze positive di economia

È interessante vedere quante iniziative ci siano in Italia per cominciare a creare un'alternativa all'economia consumistica imperante. Dal sito dei "Bilanci di Giustizia" riporto il programma dei laboratori che si terranno all'incontro annuale venerdì 28 agosto. Leggete sul sito tutti i dettagli. Di seguito i laboratori di esperienze positive di economia:

  • | Made in No | www.made-in-no.com
    La creatività e l’impegno dei piccoli artigiani del tessile novarese e il sostegno dei consumatori organizzati e delle Botteghe del Mondo hanno dato vita alla linea di intimo Made-in-No, che nasce tra Novara e il mondo, per creare ponti di collaborazione e solidarietà tra territori lontani, per mettere in collegamento filiere sostenibili e mercati locali, dimostrando che un’economia a misura di pianeta è possibile. Dal cotone ecologico ed equosolidale di Justa Trama - www.justatrama.com , una rete brasiliana di organizzazioni di base equosolidali, è possibile creare prodotti sostenibili, come la linea di intimo Made-in-No

    | Il Raggio Verde | www.raggioverde.com
    La Cooperativa Raggio Verde nasce nel 1997 su iniziativa di un gruppo di ragazzi che, al termine del Servizio Civile, decidono di continuare a lavorare insieme per promuovere valori condivisi quali lo Sviluppo Sostenibile e in particolare il Commercio Equo Solidale. Si aggiungono presto altri compagni di viaggio e per un anno il Raggio Verde si dedica alla divulgazione e al commercio dei Prodotti Equo Solidali, allestendo mercatini e banchetti ovunque possibile. Nel settembre 1998 viene inaugurata la prima Bottega Raggio Verde (alimenti, vestiario, artigianato, Mater-Bi, libreria) a Cossato, creata con pochi risparmi e con il lavoro volontario, manuale e intellettuale, di una decina di persone appartenenti a tutte le età (pensionati, studenti, lavoratori..), che dedicano il loro tempo libero ai turni in bottega e all’educazione sul territorio.


  • | Solare Collettivo | www.solarecollettivo.it - www.retenergie.it
    E’ un’associazione senza fini di lucro, nata dalla volontà di far tesoro dell’esperienza del primo progetto ‘Adotta un kw’ che un gruppo di persone hanno iniziato a portare avanti nel marzo 2007. La finalità dell’associazione è di promuovere una nuova cultura ecologica impegnandoci sui temi del risparmio energetico, dell’energia rinnovabile e dell’autosufficienza energetica. L’impegno dell’associazione è guidato dalla convinzione di fondo che una nuova cultura ecologica possa nascere solo da una radicale riappropriazione di responsabilità e di potere da parte dei singoli, dei piccoli gruppi e dalle comunità locali: responsabilità e potere che si traducano in progetti produttivi e/o iniziative di consumo intelligente. Concluso il ciclo con la coop Proteo - www.proteo-coop.it e il primo impianto pilota, si stanno organizzando per altre iniziative ‘Adotta un kw’ anche in altre regioni, per questo servono persone che vogliono mettere il proprio tempo a disposizione o che abbiano nuove idee o suggerimenti.
    Nel dicembre del 2008 è stata fondata la Cooperativa RETENERGIE quale evoluzione dell'esperienza dell'Associazione Solare Collettivo.


  • | Mag4 | www.mag4.it
    Le motivazioni che sono state alla base della nascita e della crescita della Cooperativa MAG4 Piemonte possono essere sintetizzate nella volontà di praticare la cosiddetta 'obiezione monetaria' e dando contemporaneamente impulso alla costruzione di un circuito economico alternativo. Questo ha significato e significa, per la MAG4 Piemonte, vivere e lavorare secondo il principio che l’uomo è il valore fondamentale e che quindi nessun essere umano deve essere discriminato, emarginato o comprato. Il modello economico che auspicano individua come fattori della produzione il lavoro e il capitale. La priorità è data al lavoro ed alle persone che lo svolgono, escludendo la speculazione e l’usura. Questa scelta porta ad organizzare le attività produttive garantendo la partecipazione dei lavoratori e degli investitori alla gestione dell’impresa, con il reinvestimento degli utili nell’attività stessa.


  • | L'isola che c'è e i distretti di economia solidale|
    | L'isola che c'è | www.lisolachece.org
    Sul territorio comasco si è formata alla fi ne del 2003 un'ampia rete locale di economia solidale, che coinvolge realtà di vari ambiti: commercio equo e solidale, fi nanza etica, consumo critico e consapevole, cooperazione sociale, riciclo e riuso, energie rinnovabili, agricoltura biologica, artigianato, turismo responsabile, solidarietà internazionale, tutela dell'ambiente, pace, cultura, arte, formazione e informazione. Questa rete nel 2004 ha dato vita alla prima fi era comasca dell'economia solidale e del consumo consapevole, ed ha prodotto la prima edizione delle pagine arcobaleno. Da questo percorso è nata l'associazione L'isola che c'è, quale strumento per la promozione e lo sviluppo dell'economia solidale e del consumo responsabile sul territorio comasco.

    | ‘Costruire speranze collettive con le reti di economia solidale' | con Andrea Saroldi www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=416
    Andrea Saroldi fa parte del grupp torinese CoCoRiCò - COnsumatori COscienti Riciclanti COmpatibili, è un animatore dei Gruppi di Acquisto Solidali e è un membro della Campagna 'Bilanci di Giustizia'. Con EMI - Editrice Missionaria Italiana ha pubblicato altri libri tra cui Movimento giusto. Piccola guida al paese inesplorato dei nuovi stili di vita. All'Incontro Annuale ci confronteremo con Andrea Saroldi a partire dalle idee e dalle pratiche dei Distretti di Economia Solidale in Italia, per giungere al confronto e alla discussione con i partecipanti.


  • | Associazione Ecomuseo Valle Elvo e Serra | con Giuseppe Pidello http://www.ecomuseo.it/
    Il progetto Ecomuseo Valle Elvo e Serra propone un percorso di sviluppo locale basato sulla partecipazione diretta della popolazione alla tutela attiva del proprio patrimonio materiale e immateriale. Alternando ricerca e azione, i protagonisti dell'Ecomuseo recuperano il senso della ri-conoscenza, una competenza nel leggere il paesaggio dove si trovano a vivere e un esercizio attraverso il quale riacquistano la facoltà di continuarlo con coerenza nel proprio tempo. Generando nuovi rapporti di fi ducia tra le persone, nuove relazioni funzionali tra le loro attività e le risorse reali del territorio, nuove forme responsabili di produzione e consumo, l'esperienza dell'abitare è al centro delle diverse iniziative di conservazione, interpretazione e gestione del patrimonio, nel quale la comunità individua le tracce del suo passato e le linee del suo futuro.


  • | Voglio andare a vivere in campagna | con Paolo Dall'Olio e Paola Fiocchi
    Due bilancisti di Milano hanno iniziato un percorso per andare a vivere in campagna... "E' una cosa che quasi tutti quelli che vivono in città, soprattutto nelle metropoli, hanno pensato almeno una volta. Noi ci stiamo provando, in compagnia (anzi, in cooperativa) di altre famiglie: agricoltura, apicoltura, trasformazione prodotti, accoglienza/turismo, integrazione nell'attività di ragazzi disabili residenti presso il centro agricolo, produzione di energia "alternativa"... Vi vorremmo raccontare il progetto, ma soprattutto le motivazioni, le ambizioni, le diffi coltà, i dubbi di questo nostro percorso."


  • | Proviamo a immaginare una banca diversa ovvero la Finanza Etica trova posto in una banca? | con Fabio Pisoni - Banchiere Ambulante di Banca Etica
    Cerchiamo insieme di scoprire i limiti e le contraddizioni etiche che tutto il sistema bancario porta in sé, e pensiamo quali dovrebbero essere le modalità di un sistema bancario diverso.

Bilanci di Giustizia

Dal sito di Beppe Grillo vengo a conoscenza dell'esistenza dei "Bilanci di Giustizia". Un programma per le famiglie partecipanti per consumare meno e consumare meglio. Di seguito riporto la descrizione del progetto presa dal sito dei Bilanci di Giustizia.

Obiettivo principale della campagna è sperimentare, con un consistente numero di nuclei familiari, le possibilità di "spostamento" da consumi dannosi per la salute, per l'ambiente e per le popolazioni del Sud del mondo, a prodotti più sani, che non incidono in modo irreparabile sulle risorse naturali e che riducono i meccanismi di sfruttamento nelle regioni sottosviluppate. Non si tratta quindi di affrontare sacrifici e rinunzie in nome di un'etica e di una giustizia concepite in termini astratti, ma di rifiutare in base ad analisi non superficiali e a scelte coscienti e responsabili i consumi che non rispondono più ai bisogni umani reali o che danneggiano in modo spesso irrecuperabile i meccanismi ecologici e le popolazioni da troppo tempo confinate in una povertà incolpevole.

Come suo strumento fondamentale la campagna ha scelto i bilanci mensili nei quali ogni famiglia deve indicare i suoi consumi "normali" e i suoi obiettivi di sostituzione di un prodotto considerato dannoso con un altro meno dannoso o valutato in termini positivi. Prodotti del commercio equo e solidale, detersivi biologici, uso delle biciclette al posto dell’auto, acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico e che non usano i CFC responsabili del "buco" nell'ozono sono solo alcuni degli esempi di "spostamenti" possibili e che in realtà possono non modificare i nostri livelli dei consumi. In altri casi, peraltro, una attenta analisi dei prodotti può far emergere rapporti tra prezzi e calorie e tra costi e rischi che spingono anche a ridurre i consumi, tenendo presente che siamo tutti sovralimentati (e soffriamo delle malattie causate dal cibo in eccesso) e che è ormai evidente che una diminuzione dell'uso delle auto (e quindi del relativo inquinamento dell'aria) del 20% costituirebbe in realtà un miglioramento della nostra qualità della vita..

Dal 1996 la campagna ha avviato una forte collaborazione con il Wuppertal Institute (Istituto per il clima, l'ambiente e l'energia della Germania), del cui studio ha curato

Sulla base di un'ampia e organica gamma di ricerche sono stati quantificati gli squilibri su scala mondiale nell'uso delle risorse e si è accuratamente valutato il ruolo della Germania nella creazione e nella espansione di tali squilibri. Il Wuppertal ha calcolato un Fattore 10: per riequilibrare i rapporti tra produzioni e consumi l'uso delle principali risorse, finora utilizzate senza limiti e precauzioni, andrebbe ridotto in media del 90%, in periodi di tempo spesso inferiori ai 10-15 anni altrimenti si superano le soglie della sostenibilità.

Le indicazioni fornite dall'Istituto hanno costituito per la campagna una importante conferma della significatività degli obiettivi e delle metodologie adottate e l'hanno spinta a rafforzare la "sperimentazione" di uno stile di vita sobrio.

Non resta che moltiplicare il numero delle famiglie che ritengono essenziale esercitare il "potere del consumatore" a loro disposizione e contribuire ad affrontare i gravi problemi dell'umanità attraverso un impegno quotidiano e duraturo, realizzato in forma organizzata.

martedì 11 agosto 2009

Storie di migranti

Un governo di centro destra, un "governo del fare" (come considera se stesso), uno che sbandiera come valore fondamentale la famiglia, possibile che consideri i migranti solo dei numeri?

Riporto una storia del poliambulatorio di Palermo che Emergency ha avviato nel 2006. Dietro quei numeri, il numero dei migranti, si nascondono anche storie come questa, storie di un'umanità che i nostri governanti nascondono ai propri occhi giornalmente, ma che noi italiani non possiamo fingere di non conoscere.


"D., 45 anni e' africana, ha un permesso di soggiorno per lavoro e vive con suo marito A. in Italia da quasi dieci anni.

Sono pazienti del Poliambulatorio di Emergency a Palermo, li vediamo quasi tutte le settimane perche' A. e' sottoposto dai nostri cardiologi a uno strettissimo follow-up per ipertensione arteriosa con insufficienza renale severa.
Poco prima di conoscerci, A. aveva perso il lavoro - e quindi il permesso di soggiorno - a causa dei suoi problemi di salute, e attualmente non e' neppure in grado di badare a se stesso.

D. si divide tra il lavoro e l'assistenza al marito, di se stessa non si e' mai preoccupata.
Tempo fa, i nostri ginecologi le hanno riscontrato un enorme fibroma uterino, da asportare con una certa urgenza, ma ogni volta che si è parlato di intervenire, D. si è rifiutata.
Quando all'inizio di quest'anno la sua situazione si e' aggravata, alla fine ci ha confidato che il datore di lavoro l'aveva informata che non l'avrebbe pagata se si fosse assentata per l'operazione. Se avesse perso il lavoro, anche il rinnovo del permesso di soggiorno sarebbe stato impossibile.
Inoltre A., senza il suo aiuto, non e' in grado di assumere la terapia complessa cui e' sottoposto, nè di provvedere ad alimentarsi considerato il regime dietetico speciale cui e' sottoposto.
Con un po' di fatica, l'abbiamo convinta ad accettare il nostro aiuto: S., una delle nostre infermiere volontarie, ha organizzato insieme al marito ginecologo l'intervento nell'ospedale dove lavorano, i volontari si sono organizzati in turni
per andare da A. a somministragli la terapia, cucinare pasti speciali e accompagnarlo in ambulatorio per i controlli medici, altri hanno provveduto a
pagare l'affitto di casa per quel mese.
Il fibroma di D. pesava 4,6 kg."

Progetto migranti

Foto dal sito di Emergency

Dal sito di Emergency:

Nell'aprile 2006 Emergency ha aperto a Palermo un Poliambulatorio per garantire assistenza sanitaria gratuita ai migranti (con o senza permesso di soggiorno) e alle persone residenti in stato di bisogno.

Fatta eccezione per alcune figure sanitarie e non sanitarie che garantiscono la continuità e l'organizzazione del servizio, il personale medico, paramedico e amministrativo del centro opera a titolo volontario e gratuito.

Il progetto è stato realizzato con la collaborazione della direzione generale dell'Azienda unità sanitaria locale di Palermo, che ha ristrutturato e messo a disposizione i locali per la conduzione delle attività.

Ambiti di intervento:
medicina di base
odontoiatria
oculistica
pediatria
ostetricia e ginecologia
cardiologia e patologie del metabolismo
supporto psicologico-neuropsichiatrico
otorinolaringoiatria
dermatologia
infettivologia
orientamento socio-sanitario.

Tutte le prestazioni sono erogate gratuitamente.

- Scheda del poliambulatorio

Indirizzo
Via G. la Loggia n.5/a
90129 Palermo

domenica 2 agosto 2009

Grillo nazionale (terzo passo)

Beppe Grillo ha comunicato che lancerà un Movimento politico di Liberazione Nazionale. Un movimento a 5 stelle. Chi segue Grillo sa che fa sul serio, che il suo progetto è stato messo su in molti anni di lavoro con contatti professionionali sui temi a lui cari: in primis l'ecologia che creerà un'economia nuova e poi la questione MORALE! Le cinque stelle non sono una novità. Le liste alle scorse amministrative hanno avuto già un certo successo nel loro piccolo, nell'invisibilità della rete mediatica italiana.

Prima di riportare il comunicato politico per esteso vi faccio leggere l'Amaca di Michele Serra del 15 luglio scorso sulla scelta del PD di non accettare la candidatura di Grillo alla segreteria del partito:

"Tra le reazioni dei dirigenti del Pd all' autocandidatura di Grillo, parecchie brillano per rigidità notarile. L' ostilità politica a Grillo (ovvia conseguenza dell' ostilità politica di Grillo) ci sta tutta, e buona parte degli elettori del Pd la condivide. Ma trincerarsi dietro commi e codicilli non sembra, come dire, all' altezza della situazione. E la situazione è che non solo parecchi elettori e iscritti del Pd, ma anche e soprattutto quei milioni di astenuti che guarderebbero a sinistra se la sinistra guardasse anche a loro, hanno nei confronti dell' attuale classe dirigente del partito un atteggiamento che, rudemente, sintetizzerei così: chiunque, tranne voi. Il quasi mezzo milione di voti alla Serracchiani significa soprattutto questo. Non capirlo, e incaponirsi nella difesa a oltranza di un cursus honorum oramai scaduto (vedi quelli che dicono: la Serracchiani deve prima farsi la sua gavetta, come abbiamo fatto noi da giovani), significa non avere capito che la rivoluzione è alle porte. O la si accetta, e la si vive da protagonisti, o la si rigetta e ci si rinchiude in vecchie stanze oramai consumate dall' attesa. Contando ciascuno i suoi pacchetti di iscritti. Possibile che nessuno, da quelle parti, si chieda: moriremo dorotei?"

MICHELE SERRA

Il post di Beppe, il comunicato politico numero ventiquattro:

L'assalto alla diligenza Italia è in corso. Tutti vogliono la loro parte di bottino. Partiti, lobby, criminalità organizzata, interessi locali, gruppi stranieri. Gli unici esclusi sono i cittadini, coloro che si ostinano a chiamarsi italiani e a pagare le tasse. La democrazia è diventato un semplice esercizio di potere. L'economia nazionale una crescita del debito a carico nostro e delle future generazioni. I partiti hanno il potere del debito e lo usano contro di noi. Creano capitoli di spesa per motivi elettorali, di conservazione della loro influenza, come per la Sicilia a cui hanno assegnato quattro miliardi di euro. Il debito pubblico è la risorsa infinita di Tremorti, il Grande Elemosiniere con il debito degli italiani. Da inizio anno il debito pubblico è cresciuto di quasi 90 miliardi. Chi autorizza questa gente a indebitarci? Anche il debito ha un punto di non ritorno, ed è vicino, Tremorti e Draghi lo sanno. Ogni spesa pubblica deve avere una copertura finanziaria, altrimenti è furto con destrezza ai danni degli italiani. Ci aspetta un Autunno Flambè. Le aziende, terminata la cassa integrazione, saranno costrette a licenziare, o a chiudere. Otto milioni di italiani sono poveri. Poveri, ascoltate il suono della parola: Po-ve-ri. Una parola dell'Ottocento, Charles Dickens e le navi di emigranti verso le Americhe. A 150 anni dall'Unità d'Italia ci sono otto milioni di poveri. Questa Italia è fallita. Non c'è ancora in vista un commissario liquidatore del livello di Giorgio Ambrosoli. Tutti coloro che hanno cercato di far quadrare i conti economici e politici sono stati emarginati o uccisi. Se fate un gioco, il gioco del vivo e del morto, appare tutto chiaro. Andreotti vivo, Moro morto. Gelli vivo, Ambrosoli morto. Provenzano vivo, Borsellino morto. Potrei andare avanti per ore. Ci vorrebbe un Altare della Patria per i caduti civili, un Pantheon con i nomi di diecimila vittime. Quest'Italia che dedica strade al ladro Craxi, senza democrazia partecipata, con l'espropriazione del voto di preferenza e di mille altre oscenità sociali, si sta decomponendo. Quando i soldi finiranno, o meglio, quando saranno costretti a annunciare che i soldi sono finiti, allora inizierà il ballo. Nessuno può dire che tipo di ballo sarà. Secessionista, peronista, federalista, pre unitario, fascista. Una danza a cui dobbiamo partecipare, non assistere. Dopo l'estate lancerò le Liste regionali a Cinque Stelle per le elezioni del 2010. In autunno nascerà un nuovo Movimento di Liberazione Nazionale, un soggetto politico a Cinque Stelle espressione dei cittadini. Un esempio di democrazia diretta. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.