venerdì 18 dicembre 2009
IO STO CON MARCO TRAVAGLIO DALLA PARTE DEI FATTI
“TEMONO I FATTI”
di Luigi De Magistris
Può mai accadere che in una democrazia moderna riecheggino, in Parlamento, parole come “mandante morale” o “terrorista mediatico” verso giornalisti “colpevoli” di raccontare fatti? Può mai capitare che queste affermazioni, pronunciate dopo un’aggressione esecrabile al presidente del Consiglio, siano scandite da un onorevole (Cicchitto), in passato iscritto alla P2? Può mai succedere che lo stesso onorevole, nello stesso Parlamento, punti l’indice contro dei magistrati impegnati in indagini di mafia e li indichi come parte di un “network” che alimenta una “campagna d’odio” verso il premier, esponendoli al crimine? Purtroppo sì, se questa democrazia (non più tale) è l’Italia del berlusconismo al governo. Un paese dove sono i fatti a far paura al potere, perché il potere è consapevole che per questi deve vergognarsi. E raccontarli è una colpa perché dal racconto nasce la coscienza sociale e la coscienza sociale può essere critica e questa critica può trasformarsi in azione pacifica di ribellione. Si chiama regime, purtroppo. E si sta compiendo nel nostro paese.
Io sto con Marco Travaglio, dalla parte dei fatti
di Antonio Padellaro
Contro Marco Travaglio è in atto un'aggressione violenta. A un cenno del capogruppo Pdl alla Camera, il piduista Fabrizio Cicchitto, che nel compilare la lista nera comprendente il Fatto, Santoro e il gruppo Repubblica-Espresso, lo ha definito "terrorista mediatico", subito si è scatenata la canea televisiva. Da Porta a Porta, a Canale 5, a Omnibus il pestaggio di Marco si è sviluppato attraverso la falsificazione e la manipolazione di sue dichiarazioni rese dopo il ferimento di Berlusconi a Milano, in totale assenza di contraddittorio o con interventi tardivi quando ormai la scientifica azione diffamatoria era irrimediabile. I diffamatori e i picchiatori a libro paga sappiano che risponderemo colpo su colpo. A difesa della persona di Marco Travaglio a cui tutti i giornalisti del Fatto ribadiscono la loro più totale e affettuosa solidarietà. A difesa del suo diritto di fare giornalismo. A difesa dell'informazione e della democrazia di questo Paese, mai come oggi messa in pericolo dall'assalto dei nuovi squadristi.
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