lunedì 14 dicembre 2009

Le aggressioni del potere

Insisto sul tema della settimana, perché è chiaro che siamo giunti alla fase finale di questa brutta fase politica italiana, ma non è chiaro che la fase successiva possa nascere con delle buone prospettive. Anzi è chiaro che la lotta di opposizione dovrà essere ancora più intransigente.

Di seguito l'editoriale di Padellaro sul Fatto di oggi, martedì 15 dicembre.

AGGRESSIONI

Berlusconi ancora in ospedale a Milano Tartaglia in carcere al centro neuropsichiatrico Da destra campagna di odio contro chi si oppone

di Antonio Padellaro


Primo. Il volto insanguinato e sofferente di Silvio Berlusconi è una pagina nera per l’Italia. L’aggressione fisica è sempre ripugnante. Ma l’immagine in diretta tv di quell’oggetto scagliato con violenza contro un uomo sarà difficile da dimenticare.
Secondo. L’autore del gesto è uno squilibrato noto e certificato. Chi lo associa al gruppo di fischiatori del premier nella piazza di Milano, mente sapendo di mentire. Terzo. Nei fotogrammi mandati e rimandati in video si vede Tartaglia prendere due volte la mira impugnando la statuetta del Duomo. Tranquillamente senza che nessuno tra i numerosi custodi, tutti grinta e auricolari, muovesse un dito. Il ministro Maroni può dire ciò che vuole, ma alla prova dei fatti il tanto decantato sistema a protezione del presidente del Consiglio ha fallito su tutta la linea. Quarto. La domande sul clima infame che regna nel paese e sui cosiddetti mandanti morali sono fuori luogo vista la personalità dell’aggressore. Ma se proprio si insiste a voler porre il problema di chi questo clima infame ha creato, sottoscriviamo il giudizio di Rosy Bindi, tra i pochi nel Pd a non balbettare scuse per colpe non commesse. Responsabile dei veleni è chi non smette di attaccare e accusare le più alte istituzioni: dal Quirinale alla Corte costituzionale alla magistratura tutta. Quinto. I berluscones parlanti che hanno subito scatenato la caccia agli oppositori rimasti, in Parlamento e nei giornali, sappiano che non arretreremo di un millimetro nella contrapposizione civile e rigorosa al peggior governo della storia repubblicana. A Marco Travaglio pesantemente minacciato da un comunicato dei parlamentari Pdl di chiaro stampo squadrista, la nostra più totale e affettuosa solidarietà. Infine, dalla destra più responsabile (se non è entrata in clandestinità) attendiamo ancora una ferma presa di distanza dal titolo eversivo del Giornale: “Violenza costituzionale”. A quando le leggi speciali?

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