Riporto un articolo di El Mundo tradotto da "Italia dall'estero":
Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha detto che il suo cliente non può essere condannato per aver pagato le intrattenitrici che partecipavano alle sue feste, perché il primo ministro italiano era solo l’”utilizzatore finale”.
Anche se non lo ha specificato, immaginiamo che abbia voluto dire che prima dell’”utilizzatore finale” c’erano altri “utilizzatori iniziali” che erano gli imprenditori che ingaggiavano le ragazze per le serate a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa. L’unica cosa chiara è che le ragazze andavano lì per essere usate, per questo venivano pagate e, a giudicare dalle foto, utilizzatori e prestatrici di servizi se la spassavano.
Ha ragione l’avvocato di “papi”. Berlusconi non è il responsabile degli scandali che stanno mettendo in imbarazzo molti italiani. Più colpevoli dell’”utilizzatore finale”, sono gli altri “utilizzatori” che invece di portarsi le mogli alle riunioni, alle feste e ai ricevimenti del primo ministro, vi portano le loro figlie giovani o adolescenti per vedere se fanno carriera.
Come ne ‘La festa del caprone’ di Mario Vargas Llosa, però con borse di Prada e pantaloni di Versace. Alcuni dettagli inquietanti e amorali come questo, inducono a pensare che i valori di “papi” sono penetrati profondamente nell’establishment politico, sociale ed economico italiano, un paese del G8 che, proprio mentre incentiva il diritto del suo presidente ad esercitare lo “ius primae noctis”, ufficialmente porta avanti politiche di uguaglianza tra uomo e donna.
L’”utilizzatore finale” ha imposto il suo modello di televisione nella società italiana, divenendo il protagonista di un talk show permanente e senza interruzioni. Berlusconi non è più una persona, è un attore che interpreta sé stesso 24 ore su 24 davanti alle telecamere. E quando non ci sono telecamere, rappresenta sé stesso davanti a un pubblico pieno di veline.
Con una storia come quella dell”impero romano alle spalle, sicuramente l’”utilizzatore finale” crede che ci sia ancora tanto da fare per eguagliare quello che fecero certi imperatori che sono ancora presenti nella mente di tutti e nella stampa italiana di questi giorni. Anche se penso che adesso “papi” stia studiando come e perché cadde l’Impero romano. E pensare che lo chiamavano “Il Cavaliere”…
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