venerdì 19 giugno 2009

Per i migranti soluzione come per la spazzatura di Napoli



Un articolo del Guardian pubblicato domenica 14 giugno 2009 e tradotto da Italia dall'estero

L’accordo di Berlusconi con Gheddafi per usare la Libia come discarica per i migranti che arrivano in Italia calpesta i loro diritti.

Con la visita del leader libico Muammar Gheddafi a Roma questa settimana, l’Italia e la Libia celebrano la recente ratifica del (loro) Trattato d’Amicizia. Ma questo accordo, che ha avuto come primo risultato le pattuglie navali congiunte che calpestano i diritti dei rifugiati e dei migranti - come ha commentato Tana de Zulueta - difficilmente la si può considerare come un’occasione per festeggiare.

All’incirca 500 migranti dagli inizi di maggio sono già stati rispediti sbrigativamente in Libia e, conseguentemente, le partenze di motoscafi dalla Libia si sono fortemente ridotte. Oggi, il centro di detenzione per migranti e i centri per l’accoglienza dei richiedenti asilo presenti sull’isola-avamposto italiana di Lampedusa sono vuoti, in forte contrasto con la situazione in cui versavano a gennaio, quando 1850 persone erano stipate in una struttura adatta ad accoglierne 800 e molte di loro dormivano per terra.

Ma i richiedenti asilo non sono semplicemente scomparsi. A molti di loro verrà rifiutata l’opportunità di cercare asilo da guerre e persecuzioni e pressoché tutti rischieranno di essere reclusi a tempo indeterminato, in condizioni pessime e subendo forse degli abusi.

Il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi ha promesso finanziamenti per duecento milioni di dollari nei prossimi 25 anni tramite investimenti in progetti per le infrastrutture in Libia. Lo scorso 14 maggio l’Italia ha fornito tre motovedette alla Libia, e ne ha promesse altre tre. L’Italia ha anche dichiarato che fornirà degli aiuti per la costruzione di un sistema radar atto a controllare i confini libici nel deserto, attraverso l’azienda che opera nel settore della sicurezza Finmeccanica.

Nell’elaborazione dell’accordo d’amicizia, Berlusconi e Gheddafi sembrano considerare sacrificabili i migranti e i richiedenti asilo provenienti da altri Paesi. Quest’accordo permette all’Italia di scaricare i migranti e i richiedenti asilo sulla Libia e di sottrarsi in questo modo ai propri obblighi, mentre la Libia riceve investimenti, un rafforzamento della propria infrastruttura di sicurezza e viene accolta come amica e partner dell’Italia.

Ma possiamo considerare la Libia come un partner per quanto riguarda la protezione dei rifugiati? La Libia non ha siglato la Convenzione sui Rifugiati del 1951 e non possiede una legge sul diritto d’asilo. L’Ufficio dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati (UNHCR) opera in Libia senza una formale intesa da parte del governo. Anche se recentemente è stato possibile visitare i centri di detenzione per migranti e intervenire per evitare la deportazione di migranti dalla Libia verso i propri Paesi d’origine, i resoconti dei richiedenti asilo presenti a Malta e in Italia che sono passati attraverso la Libia indicano che la situazione è tuttora pericolosa per i migranti rimpatriati con la forza.

Oltre 50 migranti e richiedenti asilo a Malta e in Italia da me intervistati a maggio mi hanno riferito le stesse storie in cui riferiscono di reclusioni a tempo indeterminato in condizioni di sporcizia e sovraffollamento nei centri di detenzioni libici, maltrattamenti da parte delle guardie e collusione tra i trafficanti e le forze dell’ordine. Sono stato in Libia alla fine di aprile, la quale aveva promesso a Human Rights Watch di poter far visita ai centri di detenzione per migranti durante la nostra visita di 10 giorni. Ma in realtà non ci è stato permesso di entrare in nessuno dei centri, indicazione del fatto che le autorità hanno qualcosa da nascondere.

Certamente Italia, Grecia e Malta devono affrontare un numero spropositato di richieste d’asilo per l’Europa nell’ambito della Convenzione di Dublino, la quale di regola rende responsabile il Paese di primo approdo. La soluzione si trova nell’emendare le regole così da fare in modo che i Paesi UE condividano l’onere in maniera equa. Ma fare degli accordi con Paesi extra-UE che non si siano impegnati a proteggere i rifugiati, senza procedure per l’accoglienza dei richiedenti asilo e aventi alle spalle storie di trattamenti degradanti e inumani non è la soluzione.

Berlusconi giustifica da un punto di vista legale la sua nuova politica sostenendo che: “La nostra idea è quella di accogliere soltanto quei cittadini che hanno i requisiti giusti per richiedere l’asilo politico e coloro che, come stipulato in accordi e i trattati internazionali, siamo obbligati ad accogliere”, persone da lui descritte come “coloro che mettono piede sul nostro suolo, inteso anche come le nostre acque territoriali”. Da un punto di vista politico, egli sostiene che l’Italia non è e non dovrebbe essere una società multi-etnica. Entrambi questi ragionamenti sono discutibili.

La Convenzione sullo statuto dei rifugiati del 1951, a cui ha aderito l’Italia, vieta i respingimenti di persone “in qualsiasi modalità” verso quei luoghi ove le loro vite o la loro libertà potessero essere minacciate. Non specifica da dove vengono respinti, ma verso dove per legge non posso essere respinti. L’idea di impedire il loro ingresso e di respingerli con la forza annulla l’obbligo di proteggere le persone dalle persecuzione, mettendo in dubbio i principi della Convenzione sui Rifugiati.

Berlusconi, inoltre, ha dichiarato: “Sui barconi non ci sono in pratica persone che possono richiedere il diritto d’asilo. Ci sono alcuni casi solo in via del tutto eccezionale.” Ma la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo garantisce il diritto di cercare e ricevere asilo dalle persecuzioni. L’anno scorso, il 75% dei migranti approdati in Italia erano richiedenti asilo, e al 50% di essi è stata accordata una qualche forma di tutela internazionale. Più del 90% di questi è arrivato passando attraverso la Libia.

Le dichiarazioni di Berlusconi sulla “società multi-etnica”, fortemente criticate dalla Chiesa Cattolica italiana, sono indicazione di un crescente clima di intolleranza in Italia. Visto che la Libia viene considerata una discarica di esseri umani, come si aspettano l’Italia e l’UE che la Libia non tratti queste persone come dei rifiuti? I diritti umani sono universali - devono essere rispettati in tutti i Paesi, sulla terraferma e sul mare.

[Articolo originale "Treating refugees as refuse " di Bill Frelick]

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