Travaglio chiarisce sul Blog Voglioscendere l'editoriale di Minzolini contro la manifestazione per la libertà di stampa in ItaGlia. Ecco le falsità di Minzolini messe in luce dalla correttezza di Travaglio:
Minzolini disse testualmente e falsamente che la manifestazione era stata “convocata per protestare contro la decisione del premier di querelare (non è vero: sono denunce civili, ndr) due giornali, Repubblica e Unità. Si contestano due sole querele (ridàgli, ndr) e non quelle che colpiscono altri giornali, magari di diverso orientamento. Negli ultimi dieci anni ci sono state in media (sic, ndr) 430 querele di politici contro giornali, il 68% presentate da esponenti di centrosinistra. Mi chiedo: è possibile che la libertà di stampa sia messa in pericolo solo dalle due querele (ri-ridagli, ndr) di Berlusconi?”. A questo punto, dopo aver dedicato tutto l’editoriale alle querele, Minzolini butta lì: “Vediamo che succede all’estero”. A che proposito, secondo voi? Di querele di politici a giornalisti, lo capiscono anche i bambini (imbecilli compresi). Ecco come prosegue il direttore del Tg1: “Nel 2004 Tony Blair, dopo un lungo braccio di ferro che arrivò quasi in tribunale, costrinse alle dimissioni i vertici della Bbc che lo accusavano di aver falsificato i dossier sulla guerra in Irak”. Notare il riferimento al tribunale: tutti, anche gli imbecilli, capiscono che Blair ha querelato la Bbc e se la questione non è approdata “in tribunale” (ma stava “quasi” per “arrivarci”) è perché i vertici della Bbc sono stati “costretti a dimettersi” prima. E’ tutto falso. Blair non ha mai denunciato la Bbc, dunque mai la sua inesistente denuncia avrebbe potuto arrivare in tribunale: fu istituita una commissione indipendente per una soluzione extra-giudiziaria della controversia. Fuori dai tribunali, dunque.
Ma andiamo con ordine: la Bbc aveva accusato il governo Blair di aver “ritoccato” il rapporto dei servizi segreti britannici sulle presunte armi di sterminio di Saddam per renderlo più accattivante (“sexed up”), trasformando semplici ipotesi in fatti accertati, e per convincere l’opinione pubblica a sostenere il conflitto. Di lì la creazione del giurì indipendente presieduto da un ex giudice in pensione, Lord Hutton. Il quale stabilì che la Bbc aveva ragione sui “ritocchi” al rapporto, ma che non c’erano le prove che il governo Blair fosse intervenuto in malafede. Il giornalista Andrew Gilligan, autore dello scoop, si era fidato di una fonte, lo scienziato David Kelly, che poi si era rivelata corretta: l’Iraq di Saddam, contrariamente a quel che sosteneva Blair, non possedeva armi di distruzione di massa. Lord Hutton stabilì però la buona fede di Blair e censurò Gilligan per averlo accusato di mala fede. Gilligan si scusò e, con un gesto non richiesto da nessuno (altro che “costretto”) lasciò la Bbc, come pure il direttore generale Greg Dyke. Intanto l’entourage blairiano diede in pasto alla stampa il nome di Kelly, che si suicidò. Non contenti, Blair e il suo ministro per le Telecomunicazioni e la Cultura Tessa Jowell (moglie dell’avvocato Fininvest David Mills, poi condannato per essere stato corrotto da Berlusconi) tentarono di modificare lo statuto della Bbc con un nuovo Royal Charter per renderla più influenzabile dall’esecutivo. Un progetto, per fortuna, stoppato per tempo. Tornando a Minzolini, quando ha evocato il caso Blair-Bbc a proposito delle cause civili intentate dai politici italiani a giornali e giornalisti ha montato un falso clamoroso. Proprio come ho scritto nel mio articolo che tanto ha turbato qualche imbecille. Casomai qualcuno volesse approfondire le altre balle minzoliniane, segnalo questo video che circola su youtube.
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