Manifestazione dei familiari delle vittime di mafiaLo dice il nome della manifestazione il motivo per cui si sono riuniti a Roma qualche migliaio di italiani. Molti sono stati gli interventi a testimoniare i soprusi che i familiari delle vittime di mafia devono sopportare dopo la perdita per mano criminale di una persona cara. L'atteggiamento dello stato non è giustificabile in questi casi, se non capendo esattamente chi è legato alla mafia dentro le istituzioni.
L'inchiesta "Why not", iniziata da De Magistris, forse sarebbe andata in questa direzione ed è per questo che l'associazione familiari delle vittime di mafia ha chiesto a tutti quelli che vogliono sostenere il procuratore di Salerno Apicella di scendere in piazza (anche quella virtuale con lo streaming) a sostenerlo. Ed è per questo forse che lo schieramento politico di destra e di sinistra compatto, il CSM e l'ANM sono tutti concordi nel bloccare le inchieste costi quel che costi. Ed è per questo che i sopracitati si scagliano contro questa manifestazione e, non potendosela prendere pubblicamente con i famigliari delle vittime di mafia, attaccano Di Pietro. La sinistra rappresentata dal PD ha perso un'occasione per superare quello che sembrava un momento di crisi d'identità, ma che si sta dimostrando una realtà ignobile agli occhi dei suoi ex elettori.
Leggetevi i quasi mille messaggi arrivati a Repubblica contro il loro articolo vergognoso di oggi sulla manifestazione:
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/giustizia-8/manifestazione-di-pietro/manifestazione-di-pietro.htmlAlle 22:50 c'erano 788 messaggi di persone per lo più deluse per le parole di Veltroni scagliate contro Di Pietro e contro la gestione dell'informazione della redazione di Repubblica.
L'articolo non riporta nulla della manifestazione. Nel sottotitolo scrivono che si tratta di una manifestazione dell'IdV, del partito di Di Pietro, sapendo di mentire, perché basta chiedere alla questura chi sono gli organizzatori (Sonia Alfano, presidente della associazione famigliari delle vittime di mafia). Siamo arrivati alla Disinformatia pura. Alle elezioni europee in molti dovranno fare i conti con la delusione diffusa dei cittadini.
La stampa (tutta) non si è accorta che sul palco è stata fatta sentire la telefonata tra Berlusconi e Dell'Utri sul caso della bomba ad Arcore messa da Mangano, lo "stalliere" di Berlusconi.
E non si sono accorti che Borsellino ha detto che Gioacchino Genchi ha scoperto che i servizi del SISDE hanno premuto il bottone della bomba che ha fatto saltare suo fratello.
Non si sono accorti che Sonia Alfano ha detto che l'Angelino suo omonimo, nonché ministro della giustizia, ha baciato il boss Croce Napoli al matrimonio della figlia di quest'ultimo.
Non si sono accorti che è stato detto che la corte dei Riesame ha dato ragione ad Apicella, ma il CSM l'ha sbattuto fuori.
Si sono però accorti che Di Pietro ha detto due frasi e le hanno messe insieme perché così potevano attaccarlo, dimenticandosi le vittime di mafia.
Grazie a voi, che partecipate in rete all'ultimo baluardo di democrazia, perché questi la stanno mettendo concretamente in crisi.
In riferimento al
bacio di
Angelino Alfano, ministro della giustizia, non parente di Sonia, riporto l'articolo di Repubblica del 2002 che spiega l'episodio del
bacio al boss mafioso Croce Napoli.
Repubblica — 05 febbraio 2002
Sezione: PALERMO
Un altro bacio, un altro matrimonio «imbarazzante», ancora relazioni pericolose con uomini di Cosa nostra. Ma questa volta l' ospite eccellente non è un «vecchio» della politica, come Andreotti o Mannino, ma un giovane delfino, Angelino Alfano, deputato nazionale di Forza Italia, pupillo di Gianfranco Miccichè. Una carriera folgorante la sua che adesso rischia di essere adombrata da un bacio: quello con Croce Napoli, capomafia di Palma di Montechiaro, morto l' anno scorso. Un bacio con il boss al matrimonio della figlia Gabriella, sposatasi nell' estate del ' 96 quando Alfano era stato appena eletto deputato regionale. Lui, oggi, nega di aver mai conosciuto Croce Napoli e tantomeno ricorda di aver partecipato al matrimonio della figlia. Ma una videocassetta delle nozze lo smentisce. Corsi e ricorsi storici. Nei guai giudiziari dei politici, nei pericolosi rapporti con boss e uomini d' onore, quasi sempre c' è di mezzo un bacio, un regalo e una partecipazione a un matrimonio della figlia o del figlio di un capomafia. Il "bacio" per eccellenza è quello presunto, raccontato dal pentito Balduccio Di Maggio, tra l' ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti e Totò Riina, e il regalo, anch' esso presunto, quello destinato ad Angela Salvo, figlia dell' esattore di Salemi Nino Salvo in occasione delle sue nozze con Gaetano Sangiorgi. Poi c' è la partecipazione dell' ex ministro Calogero Mannino al matrimonio di un figlio del boss Caruana. Episodio al centro del processo contro il leader dc che è stato recentemente assolto.
Ora spunta un altro matrimonio, un regalo e il bacio allo sposo e alla sposa. E al padre di lei, il boss di Palma di Montechiaro, Croce Napoli, morto un anno fa. L' ospite d' onore di quel matrimonio, tra Gabriella Napoli, figlia del boss, e Francesco Provenzani, celebrato nell' estate del 1996, è il pupillo di Gianfranco Miccichè, agrigentino, Angelo Alfano, ex deputato regionale e capogruppo all' assemblea regionale, attualmente deputato nazionale. Il bacio e il regalo alla sposa, allo sposo e al boss, è documentato da un filmato (con audio) di oltre un' ora che comincia con gli ultimi ritocchi al trucco e al vestito della sposa e prosegue con la cerimonia religiosa, il banchetto in un grande albergo all' ombra della Valle dei templi, il ballo tra gli sposi, i ringraziamenti con bomboniere e sacchetti di confetti a tutti gli invitati. La presenza di Angelo Alfano viene registrata a metà cerimonia, poco dopo che gli sposi hanno tagliato la torta nuziale. Il deputato di Forza Italia si fa spazio tra la folla che attornia gli sposi e ha in mano un pacco, il suo regalo di nozze agli sposi. L' arrivo dell' onorevole è salutato da un coro di «che onore, che onore~». Lo sposo e la sposa sono emozionati alla presenza del fresco deputato di Forza Italia. Alfano bacia prima la sposa, si complimenta con lei, poi bacia lo sposo. Infine l' abbraccio e il bacio con il padre della sposa, il capomafia Croce Napoli, titolare di una fedina penale di tutto rispetto: arrestato per associazione mafiosa, concorso in sequestro di persona, in omicidio e indicato dagli investigatori come «capo dell' omonima cosca mafiosa facente capo a Cosa nostra, operante in Palma di Montechiaro e nei centri limitrofi». Non proprio uno sconosciuto. Poi il deputato consegna il regalo nelle mani della sposa e si scusa per il ritardo a quel matrimonio: «Mi dispiace, ma non ho fatto in tempo, ero a Milano e sono arrivato ad Agrigento soltanto da poco». Alfano viene attorniato da altri invitati che lo ringraziano della presenza, parlano del più e del meno e dopo un po' , dopo essersi congratulato con la sposa e con lo sposo, saluta e va via. Ma di questo matrimonio, Angelo Alfano, che alle elezioni regionali del '96 ha ottenuto quasi 9 mila voti, risultando il primo degli eletti nella provincia di Agrigento, dice di non ricordare nulla. «Io non ho mai partecipato a matrimoni di mafiosi o dei loro figli, non conosco la sposa, Gabriella, né ho mai sentito parlare del signor Croce Napoli che lei mi dice essere stato capomafia di Palma di Montechiaro». E quando gli diciamo che c' è un video che prova la sua partecipazione al matrimonio della figlia del boss e il bacio al capomafia, Alfano ribatte: «Non ho nessuna memoria o ricordo di questo matrimonio, attenti a pubblicare notizie del genere». Le immagini, però, sembrano chiare: il matrimonio, il regalo, il bacio agli sposi e al capomafia di Palma di Montechiaro.
FRANCESCO VIVIANO
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/02/05/il-bacio-pericoloso-di-alfano.html