giovedì 4 marzo 2010

I Droidi Berlusconiani

Troppo bello questo post di Andrea Scanzi pubblicato su MicroMega!

Da leggere quando si è di malumore, per ridere un po' del marciume che ci sommerge...

Sotto il video c'è la trascrizione delle parti da non perdere con la segnalazione del momento preciso nel video.

Esegesi dei Droidi Berlusconiani

Cosa sono i droidi? Automi, dotati di programmazioni particolari. Il droide è più intelligente del robot ma meno dell’androide. Queste cose le so perché leggo testi importanti, tipo Nathan Never, non come voi che vi finite gli occhi con le seghine apologetiche di Noam Chomsky.
Il droide berlusconiano è multiforme. Può essere porriano, capezzoniano, bondiano, belpietriano, ghediniano, eccetera. Ogni Droide è programmato per difendere Berlusconi, ma le tecniche variano.
Saltuariamente, con scadenza varia perché scrivo quando mi pare, analizzeremo con serie esegesi le dinamiche dei Droidi.

Stracquadanio

Cominceremo con il Droide Stracquadanio. Già il cognome, a metà strada tra una sciarada dozzinale e una cortese imprecazione, promette molto. E infatti. Il nome, Giorgio Clelio, rimanda all’antica Roma, anche se a guardarlo viene più in mente l’immortale Fortis di A voi romani. “Sui tombini delle fogne/ come tanti scudi antichi/ ci scrivete ancora SPQR/ ma guardatevi, a dottori/ siete molli come fichi/ e poi andiamo non è più tempo di guerre” (uuuuueeeee, lalalalala, glialalala glialalililigliala: trascrizione onomotapeica del vocalizzo originale).

La carriera di Giorgio Clelio Stracquadanio è importante. Membro del Partito Radicale Transnazionale (ehhh?). Equiparazione delle stragi naziste con le azioni militari israeliane in Libano (daje mo’). Editorialista del Tempo. Giornalista e politico. Consigliere del Ministro Gelmini (ahahahahah).

Qualche giorno fa, il Droide Giorgio Clelius II è comparso all’Infedele, il format trotzkista di Gad Lerner. Ne sia quivi riportata trascrizione aurea.




“Che la gente possa essere indispettita quando ci sono malversazioni (parola del Pleistocene), io sono il primo a essere indispettito (e anche il primo a elaborare consecutio temporum ad minchiam). Questo non ci sono dubbi alcuno (anche sulla sua conoscenza della lingua italiana, non ci sono dubbi). Però vorrei… per uscire dal llghh (sì, forse è il caso di uscire dal llghh)… dall’indignazione che diventa poi intignamento (eh, quando diventa intignamento poi non puoi più fare nulla). Sulle stesse questioni, cercare di riportare questa discussione su termini concreti (ad esempio “intignamento”, termine concretissimo – non “indignamento”, come asseriscono gli eversivi che hanno postato il video su Youtube. Stracquadanio fa qui allusione alla tigna, all’incancrenirsi di una data opinione a lui non gradita). La prima considerazione che faccio: io sono un fan del regno di Sua Maestà britannica (e un bello sticazzi ce lo vogliamo mettere?), ma non lomplo (?) non mi permetterei in questi giorni di presentarla come un esempio di etica pubblica visto lo scandalo dei rimborsi falsi che ha coinvolto un numero alto di parlamentari” (una vicenda identica a quella di Bertolaso, come no).

Qui parte un pippone che non c’entra nulla – ovviamente – col tema originario: “i birbantelli”. Andiamo avanti. Stracquadanio, al minuto 2.45, se la prende con il “Dottor Trento” (un dipietrista palesemente empio).

“Forse lei da quando è diventato dipietrista ha perso l’orizzonte della realtà che prima da studioso aveva (classica Tecnica-Droide: nel dubbio, insultiamo Di Pietro. Qualcosa nascerà)… Nooooooo!!! (ma stai calmo, via) perché li avete nominati voi li avete nominati voi (ogni tanto i Droidi vanno in loop) Balducci lo ha nominato il suo capopartito (Di Pietro: il caso Bertolaso è colpa sua, lo si ammetta) quando era Ministro delle Infrastrutture di che stiamo parlando? (boh) Di che stiamo parlando? (ma io che ne so, sei tu che parli: mica io) Allora!!! Ognuno si dghhh si dà si tiene i nominati suoi (ma cosa stai dicendo, Clelius?) Quindi (eh, “quindi”: la fai facile) Balducci Martone in Campania che se dobbiamo fare i processi ai processandi processiamo (???) innanzitutto il Dottor Di Pietro (oh, eccola lì: processiamo Di Pietro. E poi fuciliamolo. Fischiettando e con le mani in tasca)”.

Il linguaggio dei Droidi (Come esasperare il nemico)

La trasmissione va avanti e il Droide Giorgio Clelius II è ormai trasfigurato. Paonazzo, livido, divelto (?) dalla foga oratoria. In studio lo zimbellano tutti, ma lui non se ne accorge (il Droide non percepisce l’ironia). Bruno Tabacci, in uno dei due o tre momenti cazzuti della sua vita, parte con una riuscita invettiva sul senso delle istituzioni e cita il terrorismo.

Il Droide, che nulla sa né di storia (e quindi terrorismo) né di senso delle istituzioni, per un attimo è smarrito. Non favella. Poi però ritrova il consueto piglio demolitorio e, al minuto 7, dà del “cafone” a Tabacci. Ora: dare del cafone a Tabacci, è come dare della “bella topona” alla Binetti: non esiste. Il Droide, con questo insulto fuori target, tradisce così un difetto di programmazione (infatti è usato dal potere solo in contesti meno rilevanti: è un Droide di seconda fila). Peraltro, l’insulto è nato da una frase di Tabacci, “Io non ho padroni, lei sì”, che non conteneva nulla di insultante per il Droide.

Una volta resettati i microchip infuocati, il Droide Stracquadanio ripete: “Io sono calmissimo, lei è moderatore e non può permettere che mi insultino”. Tale frase, lo si vedrà nei prossimi episodi, rientra nei mantra postulatori dei Droidi. La si usa a fine invettiva, dopo avere insultato il mondo, lamentando a propria volta una persecuzione di cui si è improvvisamente oggetti e vittima (come Porro con Travaglio).

Memorabile il minuto 8.25. Il Droide, annoiato perché costretto ad ascoltare una relatrice che parla di donne, la interrompe e butta là una frase lisergica: “Mi permetta (locuzione desunta letteralmente dal Deus ex Droide, il Cavalier Banana) però, quando ne entra qualcuna giovane che non passa attraverso la sinistra viene subito bollata di velina, e questo dipende anchedaghrmrvghr”.

La frase, del tutto priva di logica, è rilevante per l’accenno finale ad Anchedaghrmrvghr, verosimilmente la nemesi saudita di Goldrake.

Gran Finale (Perle di Saggezza Stracquadanea)

Ci avviciniamo al gran finale. E’ il minuto 10 del reperto audio-video. Ascoltiamo il Droide Giorgio Clelius II: “Perché lei non chiede a me come sono stato candidato? (se lo chiedono in molti, in effetti). Perché la malizia è nell’occhi (sic) di chi guarda, lo sa, no? (no, e comunque guardando Stracquadanio uno tutto prova tranne malizia. Al massimo, malore). La democrazia rappresentativa è tale se è rappresentativa (perle di saggezza socratica) e nella società c’è tutto (anche gli Stracquadanio) e quindi è giusto che tutti abbiano possibilità di accedere alle cariche pubbliche, o dobbiamo stabilire che esiste un’elite (di cui lui sicuramente non fa parte) della quale (?) possiamo selezionare questa elite (??) deve aver hhhuuuuuuauto (eh, quando una elite non ha hhhhuuuuauto, non è credibile: senza hhhuuuuuauto non vai da nessuna parte, al giorno d’oggi) un curriculum di qualche tipo… Ohhhhhhhh Ooooooohhhhhh (parole forti)… no no (parla da solo) non solo il diritto mi perdoni anche la legittimità politica… La rappresentatività di una società è completa quando ci sono quelli che hanno fatto diversi lavori”.

Adesso che vi sentite tutti più ricchi, satolli di scibile e avvolti nella giusta sicumera democratica, vi saluto. Non prima di avervi ricordato che la malizia è nell’occhi (cit) e voi siete solo capaci di odiare. Mentre noi, noi del partito dell’amore, crediamo nella nostra cultura: cioè siamo agnostici.

P.S. E ora scusate, vado a chiedere l’amicizia a Giorgio Clelio Stracquadanio.

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