Dal Fatto...
A DOMANDA RISPONDO
A DOMANDA RISPONDO
NELLE CANTINE DEL PDL, NELLE STIVE DELLA LEGA
Caro Furio Colombo, leggo lo stesso giorno (20 marzo) sullo stesso giornale (“Il Gazzettino” del Nordest) due notizie che sembrano inventate con estro parodistico dal “Misfatto”. La prima ha questo titolo “Bertolussi: dimezzare i nostri soldi per Roma”. Ovvero il candidato governatore del Pd parla come il capo branco della Lega Zaia. Il secondo cita Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro di Prodi: “Pronti al dialogo anche sulla pensione di base”. Comincia la sindrome del “Partito dei contadini” nella Bulgaria sovietica?
Rosanna e Sirena
I LETTORI hanno diritto a una spiegazione. “Il Partito dei contadini” era una invenzione del Partito comunista bulgaro ai tempi di Stalin e Breznev. Si fingeva di governare in coalizione con un altro partito (senza potere, senza seguito) per dare un’immagine di finta libertà alla dittatura di quel tempo. In questo senso il riferimento delle nostre lettrici mi sembra preciso e utile per quanto riguarda le dichiarazioni sottomesse di Treu (sempre che la citazione non sia stata forzata dal “Gazzettino” ). Allarma quel “pronti al dialogo” . Possibile che gruppi e persone autorevoli del Pd siano sempre “pronti al dialogo” persino negli stessi giorni in cui ogni livello di decenza e di rispetto è stato travolto per l’ennesima volta (e ogni volta in modo più grave) dal gruppo di fuoco di Berlusconi? Oltre tutto nessuno sta chiedendo alcun dialogo. E’ richiesta sottomissione. Perché offrirla cancellando ogni segno di identità dell’opposizione? Quanto a Bertolussi, leader del Pd contro Zaia nel nord-est, stupisce la mancanza di scrupoli. E’ chiaro che Bertolussi sa di non vincere. Ma invece di battersi con intelligenza e coraggio per non perdere voti e per mantenere alti immagine e credibilità del Pd in quel difficile luogo, in questo difficilissimo momento, Bertolussi, in nome del Pd, ha deciso di tracciare un suo percorso personale. Un uomo di mondo come Bertolussi sa benissimo che ripetere lo slogan della Lega aiuta la Lega. Nessuno vota per chi copia il lavoro di un altro (non proprio nobile perché apertamente ostile alla Repubblica italiana). Si vota per l’originale. Ma intanto, a spese di un crollo del Pd, si lascia spazio a un’area semi-leghista che poi potrà essere messa a disposizione del miglior offerente politico. Questo non è un paese per leader leali. O coraggiosi. O anche solo normali.
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Orazio n. 10 lettere@ilfattoquotidiano.it
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