lunedì 8 marzo 2010

La mia mail a Napolitano

Egregio Presidente della Repubblica Italiana,

da cittadino onesto quale ritengo di essere, incensurato e con nessuna pendenza giuridica di alcun tipo, civile o penale, le comunico che ritengo la firma del decreto interpretativo un atto non dovuto.
Premesso che ho letto il decreto, e quindi so di cosa sto parlando, le dico che non sento più che lei per me sia il baluardo della Costituzione. Dopo questo gesto ha rotto con me, come cittadino, quel patto che si regge sulla Costituzione. Sono sicuro che la Corte Costituzionale darà ragione a me, come ha già fatto con il lodo Alfano, per il quale le avevo mandato una mail incoraggiandola a non firmare. Sono sconcertato dalla leggerezza con cui lei a volte risponde ai cittadini. Mi riferisco per esempio a quando, interpellato da un cittadino per strada che le chiedeva perché lei firmi anche leggi che sono palesemente incostituzionali, lei rispose che, se non lo fa, la legge torna indietro alle camere e lei deve a quel punto firmarla. Rispondendo così lei abdica alla propria funzione di garante di tutti i cittadini e della Costituzione, inserendo la sua firma in un sistema di automatismi. Questi automatismi, se manovrati da un governo senza vergogna e senza senso civico come quello di Berlusconi, possono creare delle grosse lacune allo stato di diritto, come quella che stiamo vivendo in questi giorni.

Sono indignato, dispiaciuto e sfiduciato della situazione italiana.

Mi permetta di dirle che come Presidente di questo Stato la ritengo corresponsabile della situazione di degrado che vive il nostro paese. Situazione che una certa dignità intellettuale, che ancora ritengo di possedere, non mi permette più di accettare senza ribellarmi.

La mia ribellione sarà solamente civile e democratica, ma dura e strenua.

So di non essere da solo, anzi di essere in compagnia di moltissimi connazionali, che magari in parte possono avere un'opinione diversa dalla mia, ma in sostanza sono concordi nel considerare questa situazione un'emergenza democratica.

Con la speranza di verderla combattere fermamente la deriva antidemocratica della presente classe politica le porgo i più cordiali saluti.

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