Dal Fatto di Giovedì 18 febbraio.
DI PIETRO: “DE LUCA MI HA PROMESSO DI RINUNCIARE ALLA PRESCRIZIONE”
La risposta a Borsellino che ha chiesto di non appoggiare la candidatura
Antonio Di Pietro: Senta, io non ho bisogno di un intervistatore, mandi un notaio.
Il Fatto: In che senso?
Antonio Di Pietro: Devo fare una confessione. Devo mettere nero su bianco uno stato d’animo....
Il Fatto: Antonio Di Pietro non scherza nemmeno un po’, è serissimo. Le inchieste degli ultimi giorni, le polemiche sulla sua scelta di appoggiare Vincenzo De Luca in Campania. Il dibattito di queste ore, gli editoriali di Travaglio, l’appello di Salvatore Borsellino affinché cambi idea.
Tutto questo cosa le fa pensare?
Antonio Di Pietro: Nei giorni del congresso avevo detto che non ci dormivo sopra la notte.
Il Fatto: E adesso?
Antonio Di Pietro: Ora ci passo anche tutto il giorno. Passo il 90 per cento del mio tempo a discutere di questo, è diventata la scelta più drammatica della mia vita.
Il Fatto: Allora più che un notaio le serve un prete.
Antonio Di Pietro: Lei lo sa, io sono credente. Vorrei davvero che il buon Dio mi illuminasse.
Il Fatto: Teme di aver peccato di presunzione?
Antonio Di Pietro: Casomai di umiltà. Perché vede: il Pd candidava De Luca, io dicevo no, e facevo il pieno dei voti.
Il Fatto: Sapeva di rischiare così tanti consensi?
Antonio Di Pietro: Certo. Vede, persino io soffro. Quando leggo gli appunti di Travaglio, le critiche di Borsellino, i malumori di Sonia Alfano, i però di De Magistris, le mail che mi arrivano...
Il Fatto: Lei si arrabbia.
Antonio Di Pietro: Al contrario. Sento di essere dalla loro parte, di avere i loro stessi istinti di base.
Il Fatto: La tentazione di tornare indietro.
Antonio Di Pietro: Faccio saltare il tavolo, mi rifugio nella mia purezza. Però poi mi guardo allo specchio e capisco che sono combattuto. Allora mi è venuta un’idea.
Il Fatto: Quale?
Antonio Di Pietro: Mi confesso con lei. Poi metto quello che esce fuori su una pagina di Facebook. Poi chiedo alla gente di leggere, di dormirci su, e poi di scrivermi.
Il Fatto: Proviamo a convincerli.
Antonio Di Pietro: Dovrebbe bastare la lettura di un giornale di oggi. Ai tempi di Mani Pulite c’era già il senso di impunità del potere.
Il Fatto: Oggi di più?
Antonio Di Pietro: Allora una sentenza era una macchia. Adesso tre anni di condanna fanno un bel curriculum.
Il Fatto: Provi a dirmi una ragione per cui votare Idv in Campania produce dei risultati.
Antonio Di Pietro: Allora: De Luca ha promesso pubblicamente che se viene condannato si dimette. Se uno vota noi sa che in questo caso, se lui non lo fa, gli togliamo la fiducia.
Il Fatto: E quindi?
Antonio Di Pietro: E quindi votando noi sa che conta e decide.
Il Fatto: Ma intanto lei chiede il voto per De Luca.
Antonio Di Pietro: Le do una notizia. De Luca ha accettato di rinunciare alla prescrizione, a cui pure aveva diritto, per il processo sullo stoccaggio dei rifiuti.
Il Fatto: Lei non ce l’ha con lui?
Antonio Di Pietro: Ce l’ho con il Pd, che non è riuscito a capire che serviva la discontinuità. Però, in questa condizione, andare da solo avrebbe pagato elettoralmente, ma avrebbe prodotto un disastro per la Campania.
Il Fatto: La vittoria di Caldoro?
Antonio Di Pietro: Ma Caldoro non è nulla! Qui c’è un rischio che nessuno ha capito. Per la prima volta, dalle giunte rosse del 1975 a oggi si sta correndo un rischio enorme.
Il Fatto: Che vinca il centrodestra?
Antonio Di Pietro: Peggio. Che un’unica maggioranza possa avere in mano sia il governo del paese sia quello degli enti locali.
Il Fatto: Cosa c’è di nuovo rispetto a prima?
Antonio Di Pietro: Che stavolta è a rischio più di prima la tenuta della democrazia. Gli scandali di questi giorni, a destra e a sinistra, ci dicono che il sistema è in briciole. Il berlusconismo sta provando a far saltare definitivamente il primo fondamento di uno Stato democratico. La separatezza dei poteri.
Il Fatto: Non è una novità.
Antonio Di Pietro: Sì, ma è la prima volta che si sente tornare il senso di arroganza di Tangentopoli, la prima volta che qualcuno crede possibile che il controllore e il controllato coincidano , e che si riscrivano tutte le leggi, dall’impunità agli appalti.
Il Fatto: Lo scandalo della Protezione civile fa emergere un sottobosco inquietante e trasversale.
Antonio Di Pietro: E’ il basso impero. Ma allora come posso spiegare alle gente che se noi andiamo contro De Luca, da soli, tendendoci la nostra purezza, facciamo arrivare il clan dei Casa-lesi a spartirsi gli appalti della Campania?
Il Fatto: Mi dica una cosa che comunque cambia se lei riesce a far vincere De Luca.
Antonio Di Pietro: Che il sistema Bassolino finisce il giorno dopo le elezioni. E non è poco.
Il Fatto: Non siete riusciti a costruire un candidato alternativo.
Antonio Di Pietro: Non si è fatto avanti nessuno.
Il Fatto: Quanto si arrabbia quando legge le critiche di De Magistris che lei avrebbe voluto candidare?
Antonio Di Pietro: Nemmeno un po’. E non mi arrabbio per Marco Travaglio, per la Alfano,per Borsellino. Potrei rompere tutte le alleanze che il Pd ha costruito senza criterio con l’Udc. Ma poi che faccio? Ci chiudiamo nella torre d’avorio a ripeterci quanto siamo bravi e intanto arrivano Berlusconi e quelli che ridono dei terremoti a spartirsi la torta?
Il Fatto: Vi siete opposti abbastanza?
Antonio Di Pietro: Abbiamo fatto la mozione di sfiducia a Bertolaso! Abbiamo bloccato in Parlamento la Protezione civile Spa che era, come tutte le altre, una società per azioni a fine di produzione e distribuzione tangenti!
Il Fatto: Lei usa paroline morbide...
Antonio Di Pietro: Fanno gli affari privati con i soldi pubblici. E intanto svendono l’acqua, i servizi, l’energia. Tutto. Ma questa società che protesta, l’ha capito che quello che è in gioco è tutto questo o no?
Il Fatto: Come si chiude la sua confessione-appello su Facebook?
Antonio Di Pietro: Nel 1945 i partigiani si erano messi con i monarchici per cacciare i nazisti. I liberali con i comunisti, gli azionisti con i democristiani. E insieme hanno scritto le regole di una nuova democrazia con la Costituzione.
Il Fatto: Pensa che così si convinceranno gli arrabbiati?
Antonio Di Pietro: Gli arrabbiati, se votano diventano determinanti. Se non votano restano velleitari. Io indico un’altra strada, quella dell’alternativa di governo.
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