giovedì 25 febbraio 2010

Le mafie emigrate

Dal Fatto.

LA ‘NDRANGHETA ELEGGE GLI ITALIANI IN GERMANIA

Forgione: è una grande holding economico-finanziaria

di Enrico Fierro

“La permanenza di Nicola Di Girolamo sui banchi del Senato è una vergogna assoluta. La Repubblica italiana non può essere rappresentata da personaggi che devono la loro elezione a boss di una mafia spietata e sanguinaria come quella degli Arena di Isola Capo Rizzuto”. Francesco Forgione, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha scritto "Mafia Export", edito da Dalai, sulla forza delle mafie italiane nel mondo. Forgione, di cosa ci parla la vicenda Fastweb, Di Girolamo, 'ndrangheta? Conferma quello che alcuni vanno dicendo da qualche anno nell'ipocrisia generale della politica e delle istituzioni. Che la 'ndrangheta non è solo una organizzazione criminale ma è una grande holding economico-finanziaria capace di tessere rapporti col mondo imprenditoriale romano,
lombardo europeo ed internazionale. E' la mafia che dispone della più grande quantità di soldi liquidi e di un tessuto di relazioni borghesi, professionali ed economiche, che nessuna mafia oggi è in grado di mettere in campo. Questa forza le consegna un potere di contrattazione con la politica che nessun'altra organizzazione ha. Anche fuori dai confini tradizionali? La novità è proprio questa. La 'ndrangheta è stata in grado di insediare le proprie strutture all'estero, non si è limitata a riciclare denari, ha portato avanti una vera e propria opera di conquista riproducendo anche i modelli culturali a Duisburg come a Sidney, a Caracas come a Toronto. A Stoccarda e nel resto della Germania è come nella Locride: forza militare, modelli culturali e controllo del voto politico? Esatto, è in questo contesto che si colloca la vicenda Di Girolamo. Se vuoi avere il voto della comunità italiana in Germania devi andare a Crotone o a San Luca. La cosca degli Arena in Germania ha un proprio sistema di relazioni radicato perché da anni le cosche del Crotonese sono presenti su quel territorio, svolgono attività economiche, dispensano posti di lavoro, offrono protezione. A Stoccarda c'è una cosca storica, quella degli Iona di Belvedere Spinello, provincia di Crotone, i Farao Marincola di Cirò, che hanno basi anche a Bakum, a Francoforte e Friburgo, a Munster ci sono i Grandi Aracri di Cutro, a Dusseldorf la cosca Megna di Crotone. I Pugliese e gli Arena sono diventati gli ambasciatori presso questi insediamenti. Quindi il voto degli italiani all'estero è condizionato da queste presenze? Mi pare evidente, lo raccontano le inchieste dei magistrati di diverse procure soprattutto calabresi. Ma al di là delle inchieste, è chiaro che chi è egemone nella comunità italiana è egemone anche nel voto. Quello che mi colpisce in questa inchiesta è la vastità delle relazioni della 'ndrangheta con pezzi importanti dell'economia più moderna, quella delle comunicazioni e per questa via con settori politici. Meno male che ci sono le intercettazioni telefoniche che hanno svelato questo meccanismo. Di Girolamo era nelle mani della 'ndrangheta, lo trattavano come uno straccio. Perché i rapporti tra mafia e politica sono cambiati, prima era la mafia ad avere bisogno della politica e dei partiti, oggi sono i partiti che si rivolgono alle mafie per ricevere il consenso. Oggi siamo di fronte ad un politico che è subalterno alla mafia, è il portiere, lo schiavo dei mafiosi. Ma c'è di più: questo Di Girolamo è il vice di un altro signore che si chiama De Gregorio, bisogna interrogarsi su cos'è questa fondazione Italiani nel mondo, perché a De Gregorio è stato assegnato un seggio, perché De Gregorio si sceglie come vice un personaggio come Di Girolamo. A questo punto dobbiamo chiederci cosa sono alcune strutture politiche, come nascono, con quali finanziamenti, andando noi al di là dei fatti giudiziari. È tempo di liste ed elezioni, in Campania e in Calabria ci son grandi movimenti anche nel mondo della criminalità organizzata. Sono seriamente allarmato, è legittimo sperare che i partiti ce la facciano a ripulirsi, ma è anche legittimo avere seri dubbi che ciò accada. Perché negli ultimi anni nel Sud nessuno ha avuto la forza di operare scelte di rottura radicali, non solo nella rappresentanza, ma anche nelle pratiche di governo. Pensiamo alla gestione dei rifIuti a Napoli, alla sanità e ai finanziamenti europei in Calabria I partiti, però, promettono trasparenza. Sono scettico, perché se si continua a tenere al governo un uomo come Cosentino, se soggetti già rinviati a giudizio per gravi reati di corruzione e di mafia si fanno scudo delle garanzie e della sentenza di terzo grado, se dell'Utri e Cuffaro continuano ad essere al loro posto, se Fitto continua a rimanere ministro, il segnale che arriva all'opinione pubblica è quello di una politica che pensa solo a tutelarsi.
La strage di Duisburg (FOTO ANSA)


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