domenica 21 febbraio 2010

Una legge contro la corruzione. Ah ah ah! Il Banana...

Fal Fatto di oggi...

All you need is law

di Marco Travaglio

Ci hanno provato, e di questo gli siamo grati. Ma alla fine i legislatori pret à porter del Banana han dovuto arrendersi: è più forte di loro, una legge anti-corruzione non gli viene proprio, esula dalle loro umane possibilità. Mettiamoci nei loro panni: l’altro giorno all’improvviso, dopo una vita spesa a sfornare leggi pro-corruzione, Angelino Jolie e la sua badante, al secolo Niccolò Ghedini, vengono convocati dal capo per una mission impossible: “Ragazzi, stavolta dovete farmi una legge contro la corruzione. No, non sono impazzito, è la gente che è incazzata. Fate voi, mettetecela tutta, leggete qualche libro, ce la potete fare”. Il duo Ad Personam si mette all’opera. Anzitutto consulta il dizionario della lingua italiana, alla voce “anti-corruzione”, ma non trova la pagina, a suo tempo strappata per non cadere in tentazione. I due chiedono in giro fra amici e clienti, ma niente da fare: nessuno che li aiuti a decodificare il criptico concetto. Vanno capiti: non s’erano ancora riavuti dalle ultime cinque leggi pro-corruzione - lodo Alfano bis, processo morto, legittimo impedimento, impunità parlamentare e anti-intercettazioni – e quello pretende che vadano contro natura. Come chiedere a Basaglia si riaprire i manicomi e alla Merlin i bordelli. Angy & Nick provano e riprovano, alzano pene di qua, le abbassano di là, infilano tre reati e ne escludono sei (quelli del capo), dividono, sottraggono, aggiungono, estraggono radici quadre, moltiplicano pigreco e alla fine presentano un testicolino che fa ridere perfino il Banana: “Avevo detto anti, non pro!”. Pare che quel buontempone di Ghedini, per combattere meglio la corruzione, avesse pensato di
ridurre da 8 a 6 anni la pena massima per la corruzione giudiziaria, guardacaso quella per cui sono imputati il Banana e Mills. E, siccome nelle norme sostanziali vale sempre la più favorevole al reo, la norma avrebbe incenerito all’istante il processo. La forza dell’abitudine. La cosa è parsa eccessiva financo al Banana, che l’ha rinviata in attesa di tempi migliori. Peccato, perché l’ambasciatore Romano aveva già indossato la feluca d’ordinanza per prenderla sul serio: “Un buon segnale”, l’ha definita sul Pompiere. Invece Feltri e Ferrara han subito colto l’aspetto eversivo di un’eventuale legge anticorruzione: solo a sentirla nominare, han messo mano alla fondina. Il Giornale l’ha nascosta da par suo (ieri apriva sul traffico urbano, alla Johnny Stecchino), manganellando quel mariuolo di Fini che osa pronunciare la parola “legge”. Il Foglio chiede al capo se sia diventato matto: “Deputati in rivolta, sgomento per l’ineleggibilità degli inquisiti che consegna le liste ai pm”. Meglio consegnarle ai ladri. Libero, anzi Occupato, è bipartisan: pubblica commenti sia pro sia contro i ladri. Memorabile quello di Pomicino, l’esperto: “Non serve una legge per essere onesti”. E lui, dall’alto del patteggiamento per corruzione e della condanna per finanziamento illecito, ne è la prova vivente. Ma il bello deve ancora venire: il Banana prepara le “liste pulite”. Fuori indagati e condannati, dentro le igieniste dentali. “Via dai partiti chi commette reati”. Esclusi i presenti, si capisce. Pare che abbia cazziato il povero Verdini, beccato a fare un millesimo di quel che ha sempre fatto lui: affari privati con soldi pubblici. E senza neppure avvertirlo per dividere. Ora s’annuncia un giudizio universale a Palazzo Grazioli. Decine di forzisti hanno smesso di dormire a casa. I primi convocati dovrebbero essere Sciascia e Berruti, condannati l’uno per le tangenti Fininvest alla Finanza, l’altro per aver depistato le indagini: “Ragazzi, ma davvero corrompevate e depistavate a nome mio senza dirmi niente? A saperlo ve l’avrei impedito”. Seguirà Previti: “Cesare, mi dicono che avresti corrotto un giudice con soldi miei per regalarmi la Mondadori: non potevi avvertirmi? L’avrei subito restituita”. L’ultimo, per motivi precauzionali, sarà Dell’Utri: “Marcello, si vocifera di uno stalliere, tale Mangano, in casa mia. Ne sai per caso qualcosa?”.

1 commento:

onirbiggo ha detto...

La cosa che fa “incazzare” maggiormente è lo spreco di parole che sembrano volare al vento di fronte ad un fenomeno talmente evidente che è diventato storia comune. Inconcepibilmente sembra che la persona media sia talmente invischiata in questa sorta di apatia da non riuscire a discernere tra notizie reali e il solito programma spazzatura televisivo. Il problema grave, a ben guardarci, è che non è mai stata concepita da alcuno schieramento politico presente o passato una legge seria che cercasse di porre un limite al fenomeno della corruzione. La politica odierna è solo il frutto di decenni di condizionamento del popolino operato da destra, da sinistra e da centro. In una simile situazione vedo l'unica possibilità non più nel denunciare le storture sperando in un'opinione pubblica allo sbando e incapace di discernere il vero dal falso, abituata da anni e anni di “male minore”, è tempo di farsi portavoce di una seria alternativa che veda il benessere di ogni essere umano come l'unico obbiettivo da raggiungere. Solo chi riesce ancora a “vedere” può abbandonare il campo della critica e farsi portavoce di un'alternativa.....