domenica 23 novembre 2008

D'Alema e le intercettazioni telefoniche

Sulla questione della autorizzazione a procedere per poter utilizzare le intercettazioni telefoniche di D'Alema come materiale per l'accusa nel caso della scalata alla Unipol i politici rispondono sempre e solo picche. L'accusa pubblica di Travaglio ad Annozero non li scalfisce. Anzi si serrano in una difesa della Casta a 360°. Adducendo motivazioni degne di quello squallore che caratterizza i nostri dipendenti pubblici strapagati per fare assenteismo in parlamento.

Riporto la lettera dell'On. Frassoni in risposta a Travaglio e la risposta della redazione di Annozero in risposta a quest'ultima.

Europa e intercettazioni telefoniche la lettera della Frassoni, la risposta di Annozero

Caro Michele,

Marco Travaglio mi ha citato fra i tre deputati italiani che hanno votato a favore della non autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni telefoniche richieste dalla procura della repubblica di Milano. E' vero. E penso anche che la decisione -unanime- della commissione giuridica sia logica e ragionevole e non nasconda nessun intento di proteggere o coprire Massimo D'Alema.La richiesta di autorizzazione a utilizzare l'intercettazioni dovrebbe essere giustificata dal fatto che queste hanno una rilevanza di prova in un procedimento. Il fatto é che secondo la stessa Ordinanza del Giudice delle Indagini Preliminari le fonti di prova esistenti sono già "sufficienti a suffragare l'ipotesi accusatoria a carico di taluni soggetti già per essa indagati", cioè gli stessi terzi intercettati - i quali peraltro sono già stati rinviati a giudizio ed il cui procedimento giudiziario è già in fase avanzata.Quindi da questo punto di vista la richiesta della Procura della Repubblica di Milano è senza oggetto. Insomma, le intercettazioni sono superflue per il procedimento in corso. Se non servono per il procedimento non si vede perché dovrebbero essere pubblicate.Un saluto molto cordiale.

Ciao

Monica Frassoni
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Cara Onorevole Frassoni,

la nostra posizione è molto semplice: non spetta a voi politici ma ai magistrati giudicare la consistenza degli elementi a carico di questo o quell’imputato. In secondo luogo le intercettazioni in questione sono sì superflue per valutare le responsabilità degli imputati nel procedimento in corso ma sarebbero state importanti per decidere la posizione di Massimo D’Alema in queste vicende giudiziarie. La vostra decisione di impedirne la pubblicazione rende impossibile accertarne la consistenza ai fini di un eventuale rinvio a giudizio o anche di un non luogo a procedere. In questo modo si conferma l’idea di una condizione di privilegio dei politici e di una legge che non è uguale per tutti.

Redazione Annozero

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