giovedì 27 novembre 2008

La politica degli affari e l'opposizione di IdV

Pubblico una intervista di Donadi rilasciata ad Affaritaliani.it lo scorso giovedi 20 novembre in relazione all'episodio di Latorre che riporto qua nel video.

Donadi è capogruppo di Italia dei Valori ed è un politico che parla la lingua di quelli che come noi si sono stancati di stare a guardare mentre un gruppo di delinquenti si appropria delle istituzioni democratiche in Italia.



Massimo Donadi: Sicuramente c'è una parte del Partito Democratico che è contro di noi. I fatti accaduti in questi ultimi giorni, penso in particolare all'elezione di Villari ma se andiamo più indietro nel tempo non solo... fanno capire che c'è davvero una parte del Pd che lavora per il "Re di Prussia".

Affaritaliani.it: Ovvero per Berlusconi...
Massimo Donadi: Sì, lavora ovviamente non in senso proprio. Due fatti si sommano in questo momento. C'è da un lato il partito trasversale Raiset (cioè Rai-Mediaset) che nel Centrodestra si impersona nello stesso blocco di comando, è Berlusconi, sono i suoi interessi e il gran ciambellano Romani. E più la situazione è difficile a causa della crisi e più si stringe il giogo sull'informazione che deve servire per mantenere il consenso. Dall'altro lato però c'è quella parte di politica nel Centrosinistra che nel corso degli anni ha pensato di contrastare Berlusconi non opponendo un modello diverso ma cercando di copiare il suo stesso modello. Cercando quindi di creare una rete di potere economica-finanziaria-mediatica che si potesse contrapporre a quella del Cavaliere, a partire dal controllo totale di quella parte della Rai su cui riuscivano a mettere le mani. E' quella parte che ha denunciato tre anni fa Arturo Parisi durante l'estate dei furbetti del quartierino, quando denunciò che c'era una questione morale non risolta in una parte dell'allora Ds.

Affaritaliani.it: Si riferisce a D'Alema e alla sua corrente?
Massimo Donadi: A un'area del Partito Democratico, della quale non penso proprio faccia parte Massimo D'Alema, ma persone che in questi giorni si sono spese per sostenere prima le ragioni di Villari, poi, quando noi ci siamo tirati fuori dalla partita della Vigilanza Rai, si sono scoperte tutte le frottole che sono state raccontate. Questa parte del Pd cerca di mantenere in piedi solo macerie. D'Alema è una persona intelligente e penso che abbia capito che quella battaglia è persa per sempre, nel senso che oggi di quella lotta il Pd ha ereditato solo macerie: contrapporre a Berlusconi un'armata di potere economico e mediatico è impossibile. Tutti quelli che erano stati messi insieme nel campo economico sono passati armi e bagagli con il premier, e lo si vede nell'operazione Cai e nel fatto che Berlusconi si ritrova un Corriere della Sera offerto dal suo direttore su un vassoio d'argento. Poi sul piano dell'informazione D'Alema si è fatto la sua tv.

Affaritaliani.it: Quindi contro chi punta il dito Donadi?
Massimo Donadi: Parlo di Latorre, Follini, Velardi e altri del Pd che, in virtù di una politica che ritengono solo come gestione di un potere, pensano sia più utile dialogare con chi il potere ce l'ha, anche se di una coalizione contrapposta, e contrattare briciole di potere piuttosto che contrapporsi con una forza politica come la nostra che poggia le ragioni etiche sul modo di fare politica. Chi ricerca la mediazione di interessi particolari vede l'alleanza con l'Italia dei Valori come il male assoluto perché toglie ogni speranza per quel tipo di governo nel quale credono.

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